Terrorismo: Minniti conferma l’allarme lanciato da Gabrielli. I consigli al prossimo governo

Il quadro che è venuto fuori dall’inchiesta sull’imam di Foggia «non ha eguali in Occidente». Gli investigatori italiani sono riusciti a penetrare un «cuore di tenebra» del terrorismo islamico, che aveva trasformato un centro culturale in una madrasa di Raqqa. Lo afferma il ministro Marco Minniti, che ribadisce così l’allarme lanciato dall’intelligence e dal Capo della Polizia Franco Gabrielli.
Il quadro della minaccia di Isis rimane radicalmente immutato. Anzi, la caduta di Raqqa e Mosul, se da una parte fa venir meno l’elemento “territoriale” del Califfato, dall’altro aumenta la pericolosità dell’altra componente, quella terroristica. Perché lo Stato islamico è stato capace di arruolare 25-30 mila foreign fighters da circa 100 Paesi diversi. La più importante legione straniera che la storia moderna ricordi. Molti sono morti, ma i sopravvissuti stanno cercando rifugio altrove. Anche qui in Europa».
«Il rimpatrio per ragioni di sicurezza nazionale. Lo scorso anno abbiamo fatto 132 rimpatri, quest’anno già 29. Riportare questi soggetti nei Paesi di origine consente di intervenire all’inizio di una radicalizzazione prima che diventi un progetto terroristico. Questo ci pone all’avanguardia rispetto ad altre situazioni europee che purtroppo abbiamo sotto gli occhi in questi giorni».
«L’Italia è l’unico Paese ad aver sconfitto prima un terrorismo politico, poi un terrorismo mafioso, senza mai ricorrere a uno stato d’eccezione. Elemento di forza nella lotta al terrorismo è stata l’unità delle forze politiche. Pensiamo a forze contrapposte e diversissime come il Pci e la Dc. Possono cambiare i governi, come è giusto che sia, ma l’Italia non dovrà mai disperdere questo patrimonio della democrazia».
