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Firenze, Accademia della Crusca: razza nella Costituzione è parola monito

Il presidente dell’Accademia della Crusca, Claudio Marazzini

FIRENZE – Non è discriminatoria la parola razza. Al contrario, deve intendersi come monito, di contenuto politico e sociale, rispetto agli orrori del passato. Lo ha sostenuto oggi, 10 aprile, il presidente dell’Accademia della Crusca, Claudio Marazzini, durante il dibattito organizzato a Firenze dall’istituto, a 80 anni dalla promulgazione delle leggi razziali, sul senso della presenza di questo termine nelle Carte
fondamentali di svariati paesi.

«Nella Costituzione, e il pensiero corre subito all’articolo 3, razza svolge la funzione di parola monito rispetto agli orrori del passato – ha spiegato Marazzini – e non ha certo il valore di un vocabolo da intendere in senso scientifico, visto che la scienza, con la genetica, ne ha da tempo chiarito l’inconsistenza di fondamento sotto questo profilo». Al contrario, ha proseguito il presidente della Crusca, «in questo contesto schiude un concetto illuminato dalla storia, permeato di contenuti sociali e politici. Non è un caso che molte Carte fondamentali, a partire da quella degli Stati Uniti, vi facciano ricorso interpretandolo come elemento di non discriminazione». Durante il dibattito, il termine razza è stato per tutto il pomeriggio sviscerato nelle sue più varie accezioni da linguisti, scienziati e costituzionalisti. Ha partecipato anche la presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni.


Sandro Bennucci

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