Governo, Pd: l’apertura di Martina al M5S bocciata da Renzi, che pone condizioni inaccettabili

ROMA – Forti divergenze e dissapori all’interno delle varie anime del Pd in merito all’improvvisa virata di Martina. Si narra che nell’incontro burrascoso al Nazareno prima del colloquio con Fico tra i quattro della delegazione Martina, Orfini, Marcucci e Delrio, presente Guerini, sono volate urla captate a distanza da tutti: tra Martina, che avrebbe aperto ai grillini senza condizioni sul passato e Marcucci, che invece ha preteso fosse rivendicata l’eredità dei governi Renzi-Gentiloni. «Così è una follia», gli ha ribattuto il capogruppo al Senato, «e per tenere insieme il rispetto che si deve a Mattarella e l’orgoglio del Pd, dobbiamo andare da Fico con i cento punti del nostro programma elettorale, solo quelli possono essere la base di partenza di un dialogo».
Il segretario dimissionario non vuole un governo con una maggioranza politica, altra cosa sarebbe un governo istituzionale. Per questo prova a mettere una zeppa tra le ruote del carro. «Per noi – alza il tiro un falco renziano – è arduo far digerire un accordo con i grillini ai nostri e il solo modo sarebbe se Matteo facesse da garante assumendo un ruolo centrale nel governo, come quello di super ministro dell’Economia».
Il confronto con i 5 Stelle deve passare comunque attraverso la Direzione Pd: dove i renziani dispongono di una maggioranza, a sentir loro blindata, per dire no all’insegna dell’hashtag «#senzadime». Su 209 componenti, Renzi ne avrebbe 117, Orfini 8 e Delrio 3, Martina 9, Franceschini 20, Orlando 32 ed Emiliano 14, più altri sparsi. Insomma, la strada del governo 5 Stelle-Pd sembra tormentata e potrebbe addirittura produrre un’altra scissione nel Pd, riducendolo ai minimi termini.
