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Istat: Italia paese più vecchio in Europa, poche donne lavorano, boom di poveri nel Sud

ROMA – Un Paese sempre più con i capelli grigi, dove le donne hanno difficoltà a trovare lavoro e il numero delle automobili è tra i più alti in proporzione alla popolazione ma che conta su un mare più pulito. E’ la fotografia  dell’Italia che l’Istat scatta a 360 gradi sul Paese e che è ricca di spigolature.

ITALIA BATTE GERMANIA, SIAMO IL PAESE PIU’ VECCHIO D’EUROPA. – Siamo la nazione con più capelli grigi in Ue. Nel 2017 abbiamo superato anche i tedeschi, con 165,3 anziani ogni 100 giovani. Il mix tra lunga speranza di vita e bassa fecondità spiega il tutto. Certo, anche in questo caso, non mancano i divari territoriali, visto che nella provincia autonomia di Trento si campa fino a tre anni in più rispetto alla Campania.

DONNE E LAVORO, RECUPERO C’E’ MA NON BASTA. – L’occupazione femminile ha fatto passi in avanti, ma la percentuale di quelle che lavorano resta ancora insufficiente se paragonata alla media Ue, va peggio solo la Grecia. Anche nella P.A e donne faticano ad affermarsi, tanto che negli organi di vertice la presenza femminile raggiunge appena il 14,4%. Hanno invece dato i loro frutti le politiche di spending review: si passa dai 4,8 statali per 100 abitanti del 2011 ai 4,6 del 2015.

AL MEZZOGIORNO IL TRIPLO DEI POVERI. – Nell’Italia meridionale la quota delle persone che versa in condizione di grave difficoltà economica è tripla rispetto al Centro-Nord. Non solo, il reddito familiare che si può vantare a Bolzano è doppio a confronto con quello della Sicilia. E ancora, se nella media nazionale il lavoro sommerso tocca il 13,5% al Sud la percentuale sale al 19,3%.

PER 2,2 MLN RAGAZZI NE’ SCUOLA NE’ LAVORO, SI INVESTE POCO. – Il Paese investe poco sulla scuola, l”incidenza della spesa spesa pubblica in istruzione sul Pil ci al terzultimo posto della graduatoria Ue. Non suona così strano se, nonostante il trend in calo, 2,2 milioni di under30 restano incastrati in una morsa, tra difficoltà occupazionali e scarse opportunità formative. Si tratta dei cosiddetti Neet, i giovani che non studiano e non lavorano.

ISTRUZIONE –  Migliora rispetto al passato il livello d’istruzione degli adulti. Nonostante ciò, tra loro i poco istruiti risultano ancora il doppio della media europea. E per il futuro non fa ben sperare la, seppur leggera, risalita dei giovani che abbandonano precocemente gli studi. Grazie alle donne aumenta la percentuale dei 30-34enni laureati, tuttavia in Ue alle spalle abbiamo solo la Romania.

REATI IN DIMINUZIONE MA CARCERI SEMPRE PIU’ AFFOLLATE. – Cala il numero di reati e a diminuire sono in particolare gli omicidi volontari ma scendono anche i furti e le rapine. In generale, comunque, l’Italia appare come un Paese tranquillo rispetto ai partner Ue. Nel confronto europeo, per tasso di omicidi volontari commessi, occupiamo infatti la ventiquattresima posizione. Però sempre nello stesso anno, il 2016, la popolazione carceraria è nuovamente aumentata dopo due anni di contrazione.

POCHE AUTOSTRADE MA TANTE AUTO. – Quasi un quinto del territorio italiano è considerato area protetta e
oltre il 90% delle spiagge ha un’acqua di qualità eccellente. Sarà anche per proteggere questo patrimonio paesaggistico che l’Italia figura tra i Paesi europei a più bassa intensità autostradale. Ciò per non impedisce agli italiani di esibire uno dei tassi di motorizzazione più alti nel Continente: 625 autovetture ogni mille abitanti.

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