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Mattarella non rispetta il responso delle urne: M5S pensa alla sua messa in stato d’accusa

Il presidente Mattarella parla ai giornalisti dopo aver ricevuto Conte

Mattarella prende la parola per giustificare, di fronte alla nazione, la sua scelta di affossare un governo a lui non gradito. E afferma di non aver dato il via libera per salvaguardare i risparmi degli italiani che non sarebbero tutelati da un ministro contrario all’euro. E’ la prima volta che un Presidente si sbilancia in una giustificazione di tal fatta, in passato ministri di ogni genere sono stati approvati, purché graditi alla sinistra, senza colpo ferire e senza tante valutazioni di merito politico o finanziario.

Onestamente non concordiamo con le scelte di Mattarella, ha tirato troppo a lungo la corda: c’è chi ha visto nel suo atteggiamento  la speranza di rimettere in gioco il Pd. E poi viene accusato di aver ascoltato la volontà della lobby europeista, della grande finanza,  e di altri poteri forti che vedevano in pericolo i loro interessi, non quelli del popolo italiano, la cui volontà, espressa in libere elezioni, viene considerata ora disattesa.

Mattarella ha già annunciato la convocazione di Cottarelli, ex mister spending review, al quale affiderà un incarico esplorativo, per poi farlo presentare in Parlamento dove probabilmente non otterrà la fiducia. Cottarelli, a suo tempo officiato da Letta e giubilato da Renzi, in una faida tutta interna al Pd, potrebbe riportare in gioco anche gli interessi di quel partito in una fase nella quale sono previste 256 nomine molto importanti in organismi pubblici, in primo luogo la Rai. Che il Pd temeva gli sfuggissero e adesso può recuperare con i buoni uffici del Capo dello Stato.

Questo governo in teoria neutrale, ma che sarà molto simile a quello Monti, gestirà la fase che porterà a nuove elezioni politiche, probabilmente a ottobre, se non a marzo 2019, vista la riottosità di Mattarella a dare la parola al popolo troppo presto, in periodo troppo ravvicinato rispetto alla cocente disfatta del pd renziano. Al quale deve esser concesso il tempo per rimediare. Ma questo esecutivo potrebbe non avere i numeri per cambiare la legge elettorale. A meno che non nasca un grande accordo fra le forze rappresentate in Parlamento, ma lo ritengo molto difficile.

I vertici del M5S, a quanto anticipa l’Ansa, stanno inoltre ragionando sull’impeachment nei confronti del Presidente della Repubblica. Ai sensi dell’art. 90 della Costituzione secondo il quale «il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione. In tali casi è messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune, a maggioranza assoluta dei suoi membri». Lega, M5S e FdI uniti comunque questa maggioranza ce l’hanno, anche se non potranno contare su Berlusconi, che difficilmente sosterrà un passo di questo genere. Salvini evoca nuove elezioni e la piazza: «se si torna al voto, in primis penso che ci vederemo presto a Roma a portare la voce di milioni di italiani onesti che sono stati derubati del voto».

La situazione è in evoluzione, si attendono le prossime mosse di un Mattarella che viene dipinto irritato, ma lo dovrebbe essere in primo luogo con sé stesso. Intanto immagino che nelle sedi del Pd, in molte cancellerie straniere, nei covi dell’alta finanza, negli ovattati ed eleganti uffici dei burocrati europei, alla Cei di Monsignor Galantino, nei centri di accoglienza pieni delle centinaia di migliaia di migranti pretesi profughi e nullafacenti, si organizzino brindisi festosi, dopo essere stati sollevati da un grande peso. Mattarella non ha dato il via libera al temuto governo giallo-verde che avrebbe probabilmente sconvolto, così aveva dichiarato, interessi e clientele.


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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