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Bruxelles: Juncker difende l’Italia dalle offese tedesche, ma lancia strali contro i populismi

Jean Claude Juncker

BRUXELLES – Il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker in una  lunga intervista ai media tedeschi di RedaktionsNetzwerk Deutschland (RND), parla nuovamente della situazione italiana e del populismo. Da un lato cerca di rimediare alle precedenti gaffes, ma dall’altro cade nel tranello di effettuare valutazioni da uomo politico di parte e non da Presidente di un organismo Ue, che dovrebbe sempre mantenersi imparziale. Vediamo le sue affermazioni:

GERMANIA – ITALIA : «Non sono per niente d’accordo a dare lezioni a Roma, al contrario, dobbiamo rispettare l’Italia perché questo è stato già fatto con la Grecia, soprattutto da parte dei Paesi germanofoni, e la dignità del popolo greco è stata calpestata. Questo non deve ripetersi ora con l’Italia». E avverte che «gli italiani non possono lamentarsi delle misure di austerità prese da Bruxelles dati i 19mld di flessibilità e la non apertura di procedure per deficit..»

Aggiunge poi: «Si può certo essere preoccupati da quanto sta succedendo a Roma, ma sono per una maniera serena di agire, anche perché ho una certezza: gli italiani hanno una percezione fina di quello che è bene per il loro Paese, se la caveranno. Non voglio assolutamente immischiarmi in questioni di politica interna italiana e «sono contento di non essere intervenuto, anche se la tentazione è stata grande».

POPULISTI – Successivamente però Juncker assume la veste di politico di parte e afferma di voler mettere in guardia i partiti politici tradizionali europei cristianodemocratici, socialdemocratici e liberali, contro ogni deriva populista perché «chi corre dietro ai populisti diventa tale ma, alle urne, l’originale sarà sempre preferito alla brutta copia» senza contare che «vede solo la schiena» degli elettori.  «I politici devono sapere mettersi di traverso sul cammino dell’elettore, anche se a volte li rende impopolari perché in una prospettiva storica una impopolarità passeggera non conta e al termine di una vita politica, si deve avere il sentimento di aver saputo dire no al momento giusto. Per questo, ha concluso Juncker, mi aspetto dai responsabili politici europei che sbarrino la strada ai populisti, altrimenti il populismo rischia di distruggere la nostra Europa».

Vista la situazione e i risultati disastrosi per molti aspetti dell’attuale politica comunitaria, là dove esiste una politica comune, credo che la presenza di governi populisti sia salutare non per distruggere l’Europa ma per correggerla.

 


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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