Pisa: senegalesi condannano aggressione carabinieri e citano i loro connazionali uccisi a Firenze
PISA – Con decisione, e furbizia, tardiva, suggerita sicuramente dalle associazioni e dai partiti che sostengono l’immigrazione, l’Associazione Senegal Mbollo esprime ferma condanna dell’atto di violenza che ha coinvolto il carabiniere in servizio nella zona Duomo di Pisa, durante un controllo contro l’abusivismo commerciale, aggredito due giorni fa da un venditore senegalese.
«Non c’è giustificazione per il singolo che ha commesso quel gesto, ma ci teniamo a ribadire che quanto successo deve essere trattato come il gesto di un singolo e non di una intera comunità – si legge in una nota diffusa dall’Associazione dei venditori e delle venditrici Senegal Mbollo – Anche in questo caso come per i cittadini italiani
che commettono reati, la responsabilità e la colpa sono appunto personali, così dice la legge, e non di una collettività intera. Capiamo bene il momento in cui ci troviamo sia a livello nazionale che locale, con il voto delle amministrative a pochi giorni – continua il comunicato – Molte forze politiche si sono lanciate nella strumentalizzazione del gesto di un singolo per far crescere consensi, e cavalcare in vista del voto le paure e l’emotività che inevitabilmente suscitano questi eventi».
«Chiediamo di non cadere nella trappola che viene proposta su più fronti della proposizione dell’equazione che rende colpevoli tutti e che stigmatizza lo straniero in quanto tale – si legge nella nota – Questo tipo di equazione l’abbiamo rifiutata quando pochi anni fa a Firenze un cittadino italiano ha sparato al mercato di San Lorenzo uccidendo Samb Modu e Diop Mor, o anche solo pochi mesi fa quando sempre a Firenze sempre un cittadino italiano ha sparato alla testa di Idy Diene. Nessuno infatti pensa che tutti gli italiani siano degli assassini o che tutti gli italiani siano razzisti – conclude l’associazione – Crediamo che sia possibile creare ancora una comunità in cui tutti e
tutte possano trovare un loro posto e insieme rendere migliore non solo Pisa, ma l’Italia tutta».
