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Arcobaleno d’estate: Salvini alla cena di Pisa. Ma il governatore Rossi non lo vuole

Matteo Salvini e Enrico Rossi

FIRENZE – Polemica fra Rossi e i commercianti pisani, i quali hanno invitato alla cena di Arcobaleno d’estate il ministro Matteo Salvini. Il governatore non lo vuole. E scrive:  «La Regione Toscana sostiene Arcobaleno d’ Estate fin dalla prima edizione. Per quest’ultima edizione contribuisce fattivamente, attraverso la sua agenzia regionale, per il turismo erogando un contributo di 60 mila euro per la promozione delle diverse iniziative. E’ nostra convinzione che questa sia una manifestazione importante, che rappresenta una vera e propria festa di avvio della stagione estiva del turismo in Toscana, in particolare sulla costa. Noi crediamo moltissimo a questa iniziativa che dimostra senza tanti clamori la vicinanza della Regione Toscana ai territori e agli operatori turistici del territorio sul cui impegno contiamo per uscire dalla crisi e per creare opportunità di lavoro».

Fin qui l’enunciazione di principio, poi l’attacco: «La partecipazione del ministro Salvini, su invito della Confcommercio, ci parrebbe inopportuna se si trasformasse in una passerella politica per il segretario della Lega, il quale, a quanto ci risulta, cenerebbe sul Ponte di Mezzo per poi concludere la campagna elettorale nella poco distante
piazza Carrara. Devo confidare – prosegue – nella sensibilità del Ministro dell’Interno, che, essendo il primo responsabile della buona condotta delle elezioni e garante di tutte le parti, saprà adottare il comportamento più
adeguato. Per quanto mi riguarda – dice ancora Rossi – dispiace non esser presente per impegni precedentemente assunti. Approfitto del dibattito pubblico per chiedere al ministro una particolare attenzione ai problemi della sicurezza a Pisa e sottolineare la carenza di organici della Polizia di Stato, come si apprende da documenti dei sindacati di polizia, dallo stesso protocollo Pisa sicura e dalla relazione del prefetto Gabrielli di fronte alla
commissione parlamentare di inchiesta sulla sicurezza nelle città e nelle periferie italiane che stima tale carenza in una media nazionale del 15 per cento. Resto infatti convinto – conclude – della necessità di istituire i poliziotti di quartiere per garantire la presenza della forze di sicurezza sui territori e rispondere a un bisogno generale di protezione che i cittadini esprimono».



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