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Censimento rom: Salvini, nessuna schedatura etnica, solo una rilevazione. Che esiste già aggiornata

ROMA – Dopo le polemiche sollevate dalle sue imprudenti dichiarazioni il ministro Salvini sembra fare una mezza marcia indietro, anche perché qualcuno gli ha ricordato che un censimento dei rom esiste già. «Non è nostra intenzione schedare o prendere le impronte digitali a nessuno, nostro obiettivo è una ricognizione della situazione dei campi rom. Intendiamo tutelare prima di tutto migliaia di bambini ai quali non è permesso frequentare la scuola regolarmente perché si preferisce introdurli alla delinquenza. Vogliamo anche controllare come vengono spesi i milioni di euro che arrivano dai fondi europei».

Commenta Di Maio, che era contrario all’iniziativa: «Mi fa piacere che Salvini abbia smentito qualsiasi ipotesi di censimento registrazione o schedatura, se una cosa non è costituzionale non la si può fare. Lavoro da due settimane per problemi degli italiani che sono enormi e di cui ci dobbiamo occupare. Gli italiani sono la priorità, bene occuparsi di immigrazione ma prima occupiamoci dei tanti italiani che non possono mangiare».

Carlo Stasolla, presidente dell’Associazione 21 luglio, ricorda che i dati sulla presenza dei rom esistono già e sono a disposizione. Gli ultimi dati – secondo l’Associazione – parlano di 180 mila rom e sinti presenti in tutta Italia, di cui oltre 150mila italiani: una delle più basse percentuali nei paesi europei.

Sono 26 mila quelli che vivono nei campi, dei quali 10 mila nei campi non autorizzati. Gli apolidi, inespellibili, sono 3mila. Secondo l’Istat i campi nomadi, in Italia, si concentrano soprattutto nelle regioni del nord-ovest e del centro. Per oltre il 72%, in Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio, Piemonte e Toscana, dove vivono 29.435 persone. In particolare negli insediamenti di Roma si registrano 6.559 presenze. Mentre a Napoli 2.590 e a Torino 2.279.


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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