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Migranti, accordo Ue: testo fra luci ed ombre, successo parziale dell’Italia

BRUXELLES – Un compromesso articolato in ben 12 punti, lungo più di tre pagine. Le conclusioni del Consiglio Europeo sulle migrazioni, diffuse dopo l’accordo raggiunto a notte fonda al termine di nove ore di contrattazioni, consentono a tutti i 28 capi di Stato e di governo dell’Ue di portare a casa qualcosa, come è normale per gli indirizzi generali di una politica che deve essere condivisa tra 28 Paesi. Se il presidente del Consiglio Giuseppe Conte può dire che «l’Italia non è più sola», il premier spagnolo Pedro Sanchez può a buon diritto sottolineare il riconoscimento dell’aumento dei flussi nel Mediterraneo Occidentale. E persino il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha affermato, soddisfatto, che «dopo due anni di difficili discussioni, controversie e pressioni, l’intera Ue ha adottato all’unanimità le posizioni dei Quattro di Visegrad e della Polonia: no ai ricollocamenti obbligatori e unanimità sulla riforma di Dublino», ha twittato la Rappresentanza della Polonia presso l’Ue. Ma rispetto alle indiscrezioni iniziali l’Italia conquista meno di quello che ci si aspettava. Nessuna modifica all’accordo di Dublino, hotspot nei paesi europei solo su base volontaria, positivo il richiamo al rispetto della legalità da parte delle navi Ong. Ma la Francia ha furbescamente insistito sulla necessità di accoglienza dei natanti nel porto più vicino (Malta e Italia) e non si è detta disponibile a creare hotspot, così come Spagna e Belgio. Non è una situazione onestamente brillante, l’ha capito Salvini e lo sottolineano con enfasi le opposizioni, scatenate all’attacco, nonostante le gravi responsabilità dei loro governi precedenti.

Questi i 12 i punti del documento adottato dai capi di Stato e di governo dell’Ue sui migranti, come riassunti dall’Ansa.

* MEDITERRANEO CENTRALE: su questa rotta, recita il testo, dovrebbero essere maggiormente intensificati gli sforzi per porre fine alle attività dei trafficanti dalla Libia o da altri Paesi. L’Ue resterà al fianco dell’Italia e degli altri Stati membri in prima linea a tale riguardo. Previsto inoltre un maggiore sostegno a favore della regione del Sahel, della guardia costiera libica, delle comunità costiere e meridionali.

* PIATTAFORME: Occorre un nuovo approccio allo sbarco di chi viene salvato in operazioni di ricerca e soccorso, basato su azioni condivise o complementari tra gli Stati membri. Consiglio e Commissione devono esaminare rapidamente il concetto di piattaforme di sbarco regionali, in stretta cooperazione con i Paesi terzi interessati e con l’Unhcr e l’Oim. Tali piattaforme dovrebbero agire operando distinzioni tra i singoli casi, nel pieno rispetto del diritto internazionale. Nel territorio dell’Ue coloro che vengono salvati dovrebbero essere presi in carico sulla base di uno sforzo condiviso e trasferiti in centri sorvegliati istituiti negli Stati membri, unicamente su base volontaria. L’obiettivo è distinguere i migranti irregolari, che saranno rimpatriati, dalle persone bisognose di protezione
internazionale. Tutte le misure nel contesto di questi centri sorvegliati, ricollocazione e reinsediamento compresi, saranno attuate su base volontaria, lasciando impregiudicata la riforma di Dublino.

* PARTENARIATO CON L’AFRICA: Per affrontare alla radice il problema della migrazione è necessario un partenariato con l’Africa volto a una trasformazione socioeconomica sostanziale del continente africano. Sancito il trasferimento al Fondo fiduciario dell’Ue per l”Africa di 500 milioni di euro dal fondo europeo di sviluppo.

* FRONTIERE ESTERNE: Gli Stati membri devono assicurare il controllo efficace delle frontiere esterne dell’Ue con il sostegno finanziario e materiale dell”Unione. Necessario anche intensificare il rimpatrio dei migranti irregolari. Riguardo a entrambi gli aspetti, il ruolo di sostegno svolto da Frontex dovrebbe essere ulteriormente potenziato.

* MOVIMENTI SECONDARI: Per quanto concerne la situazione all’interno dell’Ue, questi movimenti rischiano di compromettere l’integrità del sistema europeo comune di asilo e di Schengen. Gli Stati membri dovrebbero adottare tutte le misure legislative e amministrative interne necessarie per contrastarli.

* SISTEMA DI ASILO: E’ necessario trovare un consenso sul regolamento Dublino per riformarlo sulla base di un equilibrio tra responsabilità e solidarietà.

In allegato il testo dell’accordo, per la parte che riguarda le politiche migratorie

L’Italia può essere soddisfatta solo molto parzialmente, come affermano fonti del governo, con il premier Conte più ottimista e il ministro Salvini più pessimista nei confronti della volontà di collaborazione degli altri Paesi. Molti dei quali, profittando della clausola della volontarietà, non sono disposti ad aprire le porte ai migranti. Anzi Macron ha ribadito che vale sempre, ed è primario, l’obbligo di condurre l’imbarcazione in pericolo nel porto più vicino che, rispetto alla Libia e alla Tunisia, non è certo un porto francese. Non c’è obbligatorietà di creare hotspot, tutto è su base volontaria, ma almeno il principio della ripartizione è salvaguardato. E’ importante anche il passaggio sui doveri delle Ong, che non possono continuare a fare quello che ciò più gli aggrada. Ma, rispetto alle prime dichiarazioni di Conte, crediamo anche noi che l’Italia ha sì avuto attenzione, ma non ha ancora riscosso quei risultati che si attendevano. Si tratta di un primo passo, attendiamo i successivi,


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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