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Trapani, nave Diciotti: migranti si giustificano, avevamo paura, non abbiamo aggredito nessuno

TRAPANI – «Non abbiamo aggredito nessuno, ci sono stati 5-10 minuti di grande confusione e paura, ma non volevamo fare del male ad alcuno. Eravamo terrorizzati non volevano tornare in Libia: eravamo pronti a tuffarci in mare e a rischiare la vita piuttosto che ritornare a terra». Sono i racconti di alcuni dei 67 migranti soccorsi dalla Vos Thalassa, sbarcati ieri sera a Trapani dalla Diciotti, riportati da Sahar Ibrahim, operatrice italo-egiziana di Unicef/InterSos a bordo dalla nave della Guardia costiera italiana. Ovviamente gli operatori benefici avranno già istruito i migranti su cosa dire all’Autorità giudiziaria per essere benevolmente scagionati di magistrati. Così vanno le cose in Italia, ci sono organizzazioni che remano contro i cittadini e a favore esclusivo dei migranti.

Primi interrogatori questa mattina dei 67 migranti sbarcati ieri sera a Trapani da nave Diciotti della Guardia costiera dopo essere stati salvati dal rimorchiatore Vos Thalassa. Saranno sentiti da personale della squadra mobile della Questura, dello Sco della polizia di Roma e da militari del Nsi della guardia costiera. Tra loro anche il sudanese Ibrahim Bushara e il ganese Hamid Ibrahim, i due indagati per violenza privata continuata ed aggravata in danno del comandante e dell’equipaggio del rimorchiatore Vos Thalassa.

La procura di Trapani vuole fare chiarezza sull’esatta dinamica di quanto è accaduto sulla Vos Thalassa dopo il soccorso dei migranti. L’equipaggio avrebbe detto di essersi sentito minacciato gravemente quando i migranti hanno scoperto che la nave li stava riportando indietro. Secondo il racconto del comandante gridavano no Libia, Libia, sì Italia. E avrebbero circondato l’equipaggio, spintonando il primo ufficiale. Così sono scattati i contatti con la sala operativa della capitaneria di porto di Roma, che ha inviato sul posto la Diciotti che ha effettuato il trasbordo.


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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