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Bruxelles: il Commissario Ue Avramopuolos, aiuteremo l’Italia. Ma finora solo fumose promesse

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Dimitris Avramopoulos

BRUXELLES . «L’Italia merita sostegno e solidarietà di tutti i governi per quanto ha fatto in questi anni, ma non possiamo agire ogni volta caso per caso. Serve una soluzione strutturale e sostenibile applicando le ricette individuate dal Consiglio europeo di fine giugno». Così il commissario Ue alle Migrazioni, Dimitris Avramopoulos, in una intervista a La Repubblica. In relazione alla richiesta di una cabina di regia da parte del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per evitare altri casi come
Aquarius o dei 450 di Pozzallo, il commissario spiega che «esiste un meccanismo provvisorio di coordinamento che nei mesi estivi potrà aiutarci a gestire meglio e più rapidamente simili casi. Sarà
un’estate dura e saremo al fianco dell”Italia, anche se serve una risposta strutturale e completa, ovvero la riforma di Dublino. Lavoro – spiega Avramopoulos – per un accordo che tenga a bordo tutti concentrandomi su un approccio logico che faccia capire ai governi che Italia e Grecia non possono più essere vittime di questo sistema e che senza un nuovo diritto d’asilo non saremo preparati alle emergenze del futuro. Noi – spiega il commissario – lavoriamo a intese con i paesi terzi e sono ottimista che troveremo una soluzione. Proporremo un meccanismo che possa funzionare e poi andremo a cercare i governi pronti a cooperare».

Nel frattempo la cabina di regia sugli sbarchi funzionerà «come sempre, Roma si può rivolgere direttamente a noi e noi entriamo in contatto con le altre capitali Ue. Negli ultimi anni abbiamo lavorato molto bene con i governi italiani e possiamo aiutare anche questo. Roma non è sola e noi siamo pronti ad avere un”ottima cooperazione con l’attuale governo».
Sui centri di controllo, chiarisce che «stiamo sviluppando un meccanismo che assicurerà il pieno supporto di tutti gli Stati membri e delle agenzie dell’Unione europea al processo di identificazione dei migranti che arrivano, per offrire protezione a chi ne ha bisogno e rimpatriare gli altri. Vorrei specificare che comunque non si tratterà di centri di detenzione, ma di luoghi dove coordinare meglio gli sbarchi e la gestione dei migranti».
Sul riconoscimento della Libia come porto sicuro chiesto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, il commissario rimarca: «Sono stato in Libia recentemente e il paese è diviso, non c’è un ordine
costituzionale e i diritti umani sono sotto attacco. Ma dobbiamo collettivamente lavorare per stabilizzarla ed è quello che stiamo facendo in collaborazione con Iom e Unhcr. Intanto possiamo trovare un modo per cooperare meglio con il governo di Tripoli e se Salvini ha idee in merito siamo lieti di ascoltarle.»

In attesa che alle buone intenzioni seguano i fatti, meglio far sì che i migranti e le navi ong siano dirottati verso la Spagna, dove il nuovo Governo di sinistra è quasi più accogliente di quello di Renzi.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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