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Bekaert: la lotta dei lavoratori continua fino al 4 settembre. Si chiede l’appoggio della politica

FIGLINE – I lavoratori della Bekaert hanno fatto il punto, insieme ai sindacati, sui risultati, a loro giudizio negativi, dell’incontro al Ministero con l’azienda. «In assemblea ai lavoratori abbiamo detto che la trattativa noi la vogliamo fare tutta, fino al 4 settembre e loro ci hanno dato mandato ad andare avanti, per verificare cosa l’azienda ha in mente sulla reindustrializzazione. Non lasceremo nulla di intentato per salvare i 318 posti di lavoro di Figline.»
A dirlo, dopo l’assemblea che si è svolta oggi pomeriggio nell’azienda valdarnese, in cui i sindacati hanno riferito l’esito dell’incontro  al ministero dello Sviluppo economico, è il segretario della Fim-Cisl Toscana, Alessandro Beccastrini. «Ieri – aggiunge Beccastrini – ci hanno parlato di un advisor per la reindustrializzazione, ma i 120 giorni in più proposti non sono sufficienti per farlo lavorare; serve più tempo. Ma interrompere la trattativa ora sarebbe un suicidio, equivarrebbe a darla vinta all’azienda, che invece vogliamo tenere inchiodata al tavolo, perché non può lavarsene le mani come ha tentato di fare finora. Per salvare i posti di lavoro la trattativa va portata avanti in tutti i modi. Poi, se ci saranno o meno le condizioni per firmare un accordo lo decideranno i lavoratori, perché loro e solo loro sono i padroni del proprio futuro. E nessuno può strumentalizzarli per altri fini che non siano la salvezza dei posti di lavoro e del sito produttivo di Figline.»

La stessa posizione è stata confermata dalla Cgil, dal Segretario Generale della Fiom di Firenze Daniele Calosi: «Nessun passo indietro rispetto alla posizione espressa in Piazza Marsilio Ficino a Figline lo scorso 29 giugno davanti ad oltre cinquemila persone, lavoratori, cittadini e istituzioni riuniti per dire NO alla chiusura della fabbrica. Dalla piazza gremita ne siamo usciti con un impegno comune a tutte le organizzazioni sindacali, Fim, Fiom e Uilm: le condizioni alle quali proseguire la trattativa con Bekaert sono e continuano ad essere il ritiro della procedura e l’accesso immediato agli ammortizzatori sociali, quali la cassa integrazione, che può essere attivata dall’azienda o per decreto dal Governo. Per la Fiom il mandato ricevuto dai lavoratori è questo e visto che ad oggi non vi sono state votazioni in merito, se qualcuno ha cambiato idea ci spieghi il perché. Se la volontà dell’azienda è procedere comunque ai licenziamenti senza darci nessuna alternativa ma solo posticipandone i tempi è bene che si sappia che la Fiom non è disponibile a fare una trattativa perché significherebbe cedere ad un ricatto.

Ci pare evidente che questa azienda di ricatti ne abbia fatti sin troppi nei confronti dei propri dipendenti, dell’indotto e di tutto il territorio. Davanti all’arroganza da padrone delle ferriere che sta dimostrando Bekaert noi rispondiamo con la dignità di chi non accetta minacce, la dignità delle persone che vivono del proprio lavoro. Lunedì saremo presenti all’incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico anche perché siamo nella fase di consultazione sindacale prevista dalla legge. Abbiamo semplicemente chiesto al Ministero e alla Direzione aziendale che la proposta che l’azienda intende presentare al tavolo ci sia inviata preventivamente per poterla analizzare in ogni suo aspetto e poter così dare a nostra volta una risposta in forma scritta.

Noi siederemo sempre ai tavoli di trattativa, siamo nati per questo. Noi non scappiamo scortati con tanto di guardie del corpo come fece la direzione aziendale dopo aver comunicato ai lavoratori l’intenzione di chiudere lo stabilimento. Siamo convinti che le nostre istanze rappresentino l’interesse generale, per questo ringraziamo la popolazione del Valdarno per il grande senso di solidarietà che sta dimostrando in queste giornate drammatiche. Ci emoziona come l’intera comunità si sia stretta attorno ai 318 lavoratori. Ringraziamo altresì le istituzioni locali, la Regione Toscana ed il Comune di Figline e Incisa Valdarno.

Ci duole tuttavia prendere atto del fatto che la passerella portata avanti da pezzi della politica di fronte ai cancelli per dimostrare un qualche tipo di solidarietà, ad oggi sembra essere scomparsa. Lo stesso siamo costretti a dirlo del Governo il quale, con il Ministro Luigi Di Maio, è stato presente ad un solo tavolo di trattativa, giusto per riferire in Parlamento, salvo poi non farsi più vedere. Ci aiuti la politica, maggioranza e opposizione, a risolvere la vertenza obbligando l’azienda a fare una trattativa che abbia al centro la salvaguardia dell’occupazione e il lavoro, facendo leva sull’utilizzo degli ammortizzatori sociali che l’azienda e il Governo hanno facoltà di attivare, cosa che ad oggi, però, non hanno fatto. Possono fornirci gli strumenti per risolvere la vertenza e arrivare ad una vera re-industrializzazione quindi, se questi strumenti non si troveranno, sarà solo per una questione di mancata volontà e, nel caso, dovranno assumersi la responsabilità di aver permesso una delocalizzazione selvaggia. Noi non molliamo, la lotta continua!»

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