Prezzi, Istat: carrello della spesa più 2,2%. Frutta più 8,5%, vino e pasta più 6,7%
ROMA – Chi fa la spesa se n’è accorto: riempire il carrello, o anche la vecchia borsa per la spesa nelle ultime settimane costa molto di più. L’Istat segnala tensioni sui prezzi dei prodotti di largo consumo, con aumenti per i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, appunto il carrello della spesa del 2,2% (come a giugno). Anche i prezzi dei beni ad alta frequenza d’acquisto crescono su base annua più dell’indice generale (da +2,7% di giugno a +2,8%). In particolare prezzi dei vini rincarano del 6,7% su base annua (da +5,7% di giugno) e quelli della pasta del 4,3%. Aumenti dei prezzi tendenziali superiori alla media riguardano anche la frutta fresca (+8,5%) e i vegetali freschi diversi dalle patate (+5%).
L’inizio posticipato dei saldi estivi (dal primo luglio del 2017 al 7 luglio nel 2018 in quasi tutte le regioni) ha comportato un calo congiunturale dei prezzi di abbigliamento e calzature a luglio di quest’anno meno ampio (-19,1%) che a luglio dello scorso anno (-21,7%), determinando così un’accelerazione tendenziale che si ripercuote sull’inflazione. Le spinte inflazionistiche sono solo parzialmente bilanciate dal rallentamento della crescita dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +2,9% a +1,7%).
L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici subiscono una lieve decelerazione rispetto al mese precedente, rispettivamente da +0,8% a +0,7% e da +1% a +0,9%. L’inflazione acquisita per il 2018 è +1,2% per l’indice generale e +0,8% per la componente di fondo. L’aumento congiunturale dell’indice generale dei prezzi al consumo si deve per lo più ai rialzi dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (+6,1%) e, in misura minore, dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,8%), solo in parte bilanciati dal calo dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (-1,8%).
