Ponte Morandi: due interrogazioni al ministro Delrio (governo Renzi), nel 2015 e nel 2016, avevano lanciato l’allarme

ROMA – Nonostante l’apparente concordia del mondo politico, c’è chi comincia a innescare polemiche nei confronti di chi non avrebbe agito, ma in questo caso, come si suol dire, la colpa morì fanciulla.
L’ex senatore Maurizio Rossi, eletto nel 2013 in Parlamento con Scelta civica – il movimento fondato dal senatore a vita (grazie a Napolitano) Mario Monti – fa sapere di aver avvertito per ben due volte, nel 2015 e nel 2016, dei problemi di sicurezza del ponte Morandi, ai tempi del governo Renzi, che fece orecchi da mercante. Forse per questo Renzi e Pd sono stranamente silenti.
In un’interrogazione del 20 ottobre 2015 rivolta al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, Rossi scriveva: «Sul nodo autostradale di Genova è noto il grave problema del ponte Morandi che attraversa la città e del quale non si conosce la sicurezza nel tempo. Risulta pertanto indispensabile procedere con sollecitudine a cantierare il progetto denominato gronda di Genova per il quale la società Autostrade ha già in cassa le risorse necessarie per iniziare i lavori derivanti dagli aumenti tariffari concordati in cambio della concessione ottenuta». Poi il 28 aprile aprile del 2016 Rossi tornava alla carica con una nuova interrogazione, sempre al ministro Delrio: «Il viadotto Polcevera dell’autostrada A10, chiamato ponte Morandi, (…) è stato oggetto di un preoccupante cedimento dei giunti che hanno reso necessaria un’opera straordinaria di manutenzione senza la quale è concreto il rischio di una sua chiusura». Rossi chiedeva quindi al ministro Delrio «quale sia in dettaglio l’attuale situazione dei lavori di messa in sicurezza del ponte Morandi, quali siano gli interventi che ancora devono essere realizzati e se gli interventi saranno tali da comportare gravi disagi alla circolazione della città e quale sia la tempistica di fine lavori». Infine chiedeva «se corrisponda al vero che il ponte Morandi, viste le attuali condizioni di criticità, potrebbe venir chiuso almeno al traffico pesante, entro pochi anni, gettando la città nel totale caos».
La risposta è purtroppo arrivata ieri.
