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I mercati mondiali minacciano l’Italia. Accade spesso, quando non governa la sinistra

Ridete ridete…

Ricordiamo tutti il fatidico fine anno 2011 quando lo spread fu fatto salire alle stelle dalla finanza e dalla politica internazionale ed europea, soprattutto da Francia e Germania (ricordate i sorrisetti della Merkel e di Sarkozy su Berlusconi), e col compiacente intervento di re Giorgio Napolitano fu fatto cadetre il governo di centrodestra per sostituirlo con uno pseudotecnico, in realtà con molti tecnici della sinistra, guidato da mario Monti. Si autodefinì il Governo SalvaItalia e molti guasti di quell’epoca li stiamo sopportando ancora, dopo 7 anni.

Adesso sembra che la finanza internazionale stia per sferrare, finita l’estate, un altro attacco al nostro paese e al Governo giallo-verde, ma pensiamo e speriamo che stavolta non ci saranno interventi di Mattarella per agevolare l’operazione.

E’ questa in sostanza l’analisi di alcuni giornali, e sono i timori espressi anche da alcuni esponenti governativi, che hanno affermato più volte di non temere l’assalto dei mercati.

Riprendiamo un interessante articolo pubblicato dal Alex Barbera sulla Stampa, che ci fa comprendere come i mercati e la speculazione internazionale possono influenzare in modo decisivo la politica di Paesi come l’Italia.

Negli ultimi due mesi dall’Italia sono usciti 72 miliardi di euro. Gran parte di questi sono obbligazioni statali – rispettivamente 25 e 33 miliardi – il resto sono titoli obbligazionari di aziende private. Gli ultimi dati della Banca centrale europea confermano questo importante deflusso di capitali. Trentaquattro miliardi di euro a maggio, trentotto a giugno. Per trovare dati così negativi bisogna tornare indietro con le lancette al 2012, nel momento più delicato del governo Monti, quando la Spagna è a un passo dal default delle banche e la zona euro vicina al collasso. La percentuale di detentori stranieri di Bot e Btp dimostra che l’Italia sta attraversando una crisi di fiducia non molto diversa da allora: due mesi fa erano il 33,4 per cento del totale, ora sono il 30,8.

Ma perché tutto questo? C’è lo zampino della politica di trump che, dopo i disastri di Obama, ha riportato all’efficienza l’economia statunitense.  A parità di rendimenti (sono attorno al 3 per cento) l’aumento dei tassi di interesse voluto dalla Federal Reserve rende più conveniente spostare i capitali negli Stati Uniti e l’acquisto dei più solidi Treasuries. Ma la ragione principale del deflusso è l’aumento della sfiducia verso l’Italia. Le prospettive di crescita dell’economia stanno peggiorando, e nel frattempo il governo promette di andare allo scontro con l’Europa per ottenere un aumento del deficit ben oltre lo 0,9 per cento scritto nell’ultimo Documento di economia e finanza.

Il giudizio degli investitori non è pregiudizialmente contro il Movimento Cinque Stelle o la Lega. La fuga non è iniziata il 4 marzo, ma solo dopo l’accordo fra Di Maio e Salvini e soprattutto dopo le prime indiscrezioni sul programma di governo, a metà maggio. Basta guardare la serie storica della Banca d’Italia: a marzo il saldo era stato positivo per 22 miliardi, ad aprile per dieci.

La domanda che si fa chi ha in tasca titoli italiani è piuttosto semplice: il governo riuscirà a mantenere le promesse elettorali senza sfasciare i conti pubblici? L’atteggiamento della maggioranza giallo-verde finora è stato ambiguo. Da un lato il ministro del Tesoro Giovanni Tria, che insiste in una strategia di prudenza e gradualità, dall’altra il resto del governo, che minaccia di sforare il 3 per cento nel rapporto deficit-Pil. Il momento della verità sarà la bozza di legge Finanziaria per il 2019, a metà settembre. Se la manovra verrà percepita come una minaccia alla stabilità dei conti e alla sostenibilità del debito, la fuga degli investitori non potrà che proseguire. A gennaio verrà meno anche il piano Draghi, e ciò significherà un ulteriore aumento dei costi per finanziare il debito. È un passaggio dal quale dipende la sopravvivenza dello stesso governo. Speriamo che le cicale tipo Fico e Di Maio lo capiscano.

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