Toscana: Rossi va dai migranti di Don Biancalani invece che dai lavoratori della Bekaert
FIRENZE – Due comunicati della Regione Toscana fanno capire quali siano le scelte del Governatore Rossi. Che preferisce essere accanto a chi aiuta i migranti in modo irregolare piuttosto che dare la solidarietà a persone (oltre 300) che vedono in bilico il posto di lavoro. Ma non è un segreto che il futuro del Pd e della sinistra, in termini di voti, sono i migranti (gli italiani hanno capito e hanno mutato orientamento di fronte all’invasione) e quindi il Governatore si adegua.

Comunicato di Toscana Notizie ore 14,45: «Il presidente della Toscana Enrico Rossi ha rinviato per sopraggiunti impegni l’incontro con i lavoratori della Bekaert previsto per oggi al presidio di Figline Valdarno».
Comunicato delle 16,42: visita di Rossi a Vicofaro: «Sono qui a Vicofaro per esprimere vicinanza, per portare un modesto contributo personale e per invitare tutti i cittadini toscani a fare altrettanto sul conto corrente Caripit numero 3000 filiale Viale Adua Pistoia». Il presidente Enrico Rossi si è recato oggi presso il centro di accoglienza di Vicofaro a Pistoia, nella parrocchia di don Massimo Biancalani, dopo la decisione della prefettura di chiudere la struttura per problemi di sicurezza. E rivolge una richiesta al ministro dell’interno Salvini affinché la gestione delle strutture di accoglienza possa tornare in seno alla Regione. Le opposizioni insorgono e contestano duramente la visita del Governatore a un centro chiuso dalle Autorità perché ha violato le norme di sicurezza. Un premio e un riconoscimento inconcepibile a chi, forse inconsapevolmente, ha comunque violato le leggi.

Rossi, dopo aver visitato il centro di accoglienza e verificato personalmente le opere richieste per permetterne la riapertura, si è intrattenuto con alcuni giornalisti. «Ho visto il tweet di Salvini, ma su questi temi abbiamo opinioni molto diverse. Una rivendicazione? Mi sembra profondamente sbagliato se fatto da un ministro della Repubblica che ha precisi doveri imposti dalla Costituzione. Esiste un problema di regolarità delle strutture che accolgono che, preciso, sono state individuate con gara dalle prefetture. E’ bene che in tutta la Toscana si facciano queste verifiche, mobiliterò le Asl, che già seguono queste situazioni, affinché tutte possano essere a norma. La struttura di don Biancalani, come le altre individuate secondo il modello di accoglienza diffusa promosso dalla Regione quando era incaricata di gestirle, è senza fi ne di lucro e quindi merita una particolare attenzione e apprezzamento». Sicuramente, ma questo non lo esime dal rispetto delle regole di sicurezza.
«Quando gestimmo il modello di accoglienza – aggiunge Rossi – non c’erano meno immigrati ospitati nelle strutture rispetto a quante ce ne sono adesso, circa 13 mila unità. Lo gestimmo insieme ai sindaci, alle associazioni di volontariato, alle parrocchie, all’Arci e coinvolgemmo il tessuto sociale. La cosa venne vissuta come un fatto positivo, c’era orgoglio da parte dei cittadini. Col ministro dell’epoca, Maroni, ci siamo sempre trovati d’accordo».
Peccato che il Presidente, nella sua foga antistatalista e antisalviniana, abbia dimenticato che protagoniste di quella brillante operazione furono anche prefetture e Forze dell’ordine. Allora ero prefetto di Firenze e ricordo esattamente quel che avvenne, gli sforzi dei colleghi e delle forze di polizia, completamente ignorati adesso dal Governatore, che chiede il ritorno della gestione alle regioni per avere mano libera nella concessione di assistenza e fondi ad associazioni gradite alla regione.
Ma non è finita, nella sua furente invettiva Rossi, in fuga dai lavoratori e attorniato dai migranti, continua: «Perchè adesso tutti questi problemi? La gestione attuale secondo me avviene secondo una linea che non condivido perché con gare le prefetture hanno individuato soggetti forse non in grado di gestire determinate situazioni. L’accoglienza- prosegue il presidente – è un dovere e va fatta con senso di umanità, con rigore, nel rispetto delle regole. L’Italia ha firmato trattati internazionali che vanno rispettati. I tecnici che sono venuti qui a Vicofaro presumo abbiano fatto il loro dovere e bisogna attivarci affinché lo stesso venga fatto in altre strutture che ne hanno bisogno. Altre strutture in condizioni peggiori? Non voglio entrare nel merito, dico solo che ci vuole un trattamento equo per tutti. A Salvini – conclude Rossi – chiedo che voglia accogliere la nostra proposta di gestione autonoma dell’accoglienza ai migranti in tutta la regione. Il ministro dell’interno esprime un sentimento ed un’opinione che adesso vanno per la maggiore, ma noi siamo su un’altra posizione e ci confrontiamo nel rispetto della democrazia, delle leggi e della Costituzione. Voglio ricordargli che ha giurato di rispettare la Costituzione della Repubblica e di svolgere la sua funzione nel rispetto delle leggi».
Ricordiamo al Governatore, che le leggi le dovrebbe rispettare anche Don Biancalani, la carità non esime dal seguire le prescrizioni di sicurezza, la cui inosservanza mette in pericolo anche l’incolumità dei migranti tanto cari, così come i rom, sia a lui che al Don refrattario ad ogni regola. I lavoratori e i cittadini toscani in difficoltà passano in secondo piano. Se Salvini segue lo slogan prima gli italiani, i due che oggi solidarizzano seguono uno slogan esattamente opposto, al diavolo gli italiani, assistiamo migranti e rom. Ma i risultati elettorali non sembrano dare loro ragione. La gente è stufa di sopportare questo buonismo esagerato. La mezza rivolta di Rocca di papa contro l’arrivo di 100 migranti ne è un chiaro esempio.
