Accoglienza ai migranti: Rossi e Nardella, pareri diversi, le opposizioni all’attacco

FIRENZE – Baruffe chiozzotte, anzi botte (verbali) da orbi fra maggioranze e opposizioni al governo di comune e regione in Toscana sullo scottante problema dell’assistenza e dell’accoglienza dei migranti. Dopo la scoperta di gravi irregolarità nella gestione delle cooperative alle quali sono stati affidati servizi non solo d’accoglienza, è subito partito un dibattito a più voci, ispirato dalle parole di Alessandro Martini, direttore della Caritas fiorentina, che ha parlato di «migranti-fantasma», di que migranti cié ai quali sono stati negati protezione e asilo e adesso sono irregolari e clandestini, la maggioranza assoluta.
Quanti ce ne sono in città, è stato chiesto al sindaco? Risposta: «Non lo so, perché non lo posso sapere. So solo che da gennaio a maggio il Tribunale ha detto no alle richieste d’asilo di 231 migranti, a fronte di nessun rimpatrio. Detto in altri termini, quasi 50 persone al mese sono diventate clandestine dalla mattina alla sera, sparendo dai radar dello Stato». E’ una situazione assurda, ma il governatore Rossi, il magnate dell’accoglienza, vorrebbe regolarizzare tutti quelli che lavorano.
Intanto in Toscana a Cascina è stato chiuso un centro d’accoglienza in condizioni igieniche precarissime, il centro del famoso Don Biancalani, quello che porta in piscina i migranti e li ospita in edifici non in regola, è stato chiuso con strascico di polemiche, infine la magistratura ha disposto l’arresto di gestori di centri d’accoglienza nel fiorentino.
Ma, nonostante ciò, il Governatore toscano insiste e sostiene che «l’immigrazione, se ben governata, può far bene anche ai conti e alle tasche degli italiani. L’ultimo rapporto Istat conferma che gli immigrati danno un contributo importante alle tenuta dei conti pensionistici. Afferma il Governatore che, se si consentisse ai circa 500.000 clandestini di mettersi in regola, dimostrando di avere un lavoro, come in tanti già hanno, sarebbero altre entrate di miliardi nelle casse dello Stato».
Reagisce l’opposizione. «Perché – sottolineano gli esponenti di Forza Italia Jacopo Cellai, Stefano Mugnai, Maurizio Marchetti, Marco Stella e Paolo Giovannini – la Regione Toscana si ostina a dire no a quel centro di rimpatrio previsto dalla legge che servirebbe esattamente a dare una sistemazione e, al contempo, controllare coloro cui non è stato riconosciuto il diritto di asilo in attesa del rimpatrio nel Paese di origine? Rossi ha sempre detto no e vorrebbe la sanatoria per tutti i casi di questo genere, oltre il 70% delle richieste fatte in Toscana e il PD non ha fatto nulla per convincerlo diversamente. Oggi ci dicono che siano quasi diecimila i richiedenti ospiti in strutture toscane. E tra questi che ne sarà di quelli che avranno il diniego? Altri fantasmi, altri rischi.
Come si può notare molte idee e confuse nella maggioranza di Governo locale».
Anche il papa, caro Governatore Rossi, ha sostenuto più volte che l’accoglienza deve avere un limite, e debbono essere i governanti, i politici a stabilire questi limiti, salvaguardando la necessità di tutelare gli interessi dei cittadini amministrati. Ma di questi ultimi al Governatore sembra importare molto poco. Ha capito che in futuro i voti ai partiti di sinistra verranno da rom e da migranti, e si comporta di conseguenza. Ma nel 2020 ci saranno le elezioni regionali e, se il trend non muterà, anche la Toscana rossa sarà a rischio. E prima ancora, nel 2019, le elezioni comunali a Firenze, un test per il sindaco Nardella, che ancora non ha dichiarato chiaramente se si ripresenterà. Evidentemente pensa di correre qualche rischio.
