Profughi e richiedenti asilo: Avvenire attacca il Viminale, meno permessi umanitari e più dinieghi
ROMA – Meno permessi umanitari e più dinieghi. Gli ultimi dati diffusi dal Viminale confermano la linea dura intrapresa dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini sulle richieste d’asilo. A solo un mese dalla stretta indicata nella circolare del 4 luglio dal titolare del dicastero a tutti i prefetti, in particolare sulla concessione di protezione umanitaria, i numeri che arrivano dalle commissioni territoriali confermano l’adeguamento al nuovo trend: la percentuale sulla concessione della protezione umanitaria, quella nel mirino della direttiva del dicastero salviniano è infatti scesa al 19% (era intorno al 28% prima della circolare).
La protezione umanitaria viene rilasciata nel caso non sussitano i requisiti per l’asilo politico nè tantomeno quelli perla protezione sussidiaria. Si ha diritto a questo tipo di protezione nel caso sussitano seri motivi, in particolare di salute o vulnerabilità, risultante da obblighi di livello costituzionale dello Stato italiano. Il riconoscimento della protezione umanitaria ai migranti che ne hanno fatto richiesta ha avuto un netto calo da quando è entrata in vigore la nuova circolare sull’asilo del 4 luglio scorso.
Il quotidiano dei Vescovi, Avvenire, sulla base dei dati diffusi dal Ministero dell’Interno, attacca la politica di Matteo Salvini: «Il numero totale di richieste pendenti al 31 agosto è risultato pari a 123.388 contro le 131.746 censite fino al 5 giugno scorso. Le decisioni adottate tra il 5 luglio e fine agosto sono state 14.367. Su questa cifra complessiva, la Commissione nazionale per il diritto all’asilo, che fa capo al Viminale, fornisce alcuni elementi di dettaglio, da cui emerge che al 7% dei richiedenti, pari a 1.041, è stato riconosciuto lo status di rifugiato; al 4%, pari a 538, la protezione sussidiaria; ed al 19%, pari a 2.759, casi di protezione umanitaria. In particolare quest’ultima percentuale del 19% viene messa a confronto con quella registrata alla data del 5 luglio 2018, quando la quota si attestava al 28%. Ma la circolare ha provocato un aumento anche dei dinieghi, passati in poco meno di un mese dal 52 al 67% dei casi presi in esame dalle commissioni territoriali.
In particolare, le domande negate sono state 26.462 dall’1 gennaio al 5 luglio 2018, a cui se ne aggiungono 8.147 tra il 5 luglio al 31 agosto, per un totale di 34.609. In totale si tratta di 8.147 dinieghi in poco meno di due mesi, dal 5 luglio al 31 agosto. ll numero degli irreperibili, infine, è stato pari a 4.858. Intanto, se da una parte crollano i soccorsi in mare e quindi gli arrivi controllati (con l’80% in meno rispetto a un anno fa), dall’altra non si ferma il flusso dei migranti che tentano di lasciare la Libia e il Nord Africa».
«Tempi più rapidi e minori costi, ora siamo al lavoro per aumentare espulsioni, cosa che chi mi ha preceduto purtroppo non ha fatto» ha commentato così il ministro dell’Interno Matteo Salvini il bilancio diffuso ieri dal Viminale. Del tutto diverso, come abbiamo visto, il parere del quotidiani dei vescovi.
