
Medicina: scoperto il modo di rigenerare la pelle. Contro ulcere cutanee, ferite, tumori

ROMA – Il mitico Wolverine, personaggio immaginario dei fumetti, non è più il solo a saper guarire le proprie ferite rigenerando la pelle: il super potere, cruciale in tanti fumetti e film di fantascienza, è stato carpito da una nuova tecnica di medicina rigenerativa, che ringiovanisce le cellule presenti nella ferita trasformandole in nuova pelle sana. I primi risultati positivi, ottenuti nella sperimentazione sui topi, fanno sperare che in futuro questa tecnica possa diventare un’arma per contrastare invecchiamento e tumori della pelle, oltre che rappresentare un’alternativa alla chirurgia plastica in caso di gravi ustioni, piaghe da decubito e ulcere da diabete. A indicarlo è lo studio pubblicato sulla rivista Nature dai ricercatori del Salk Institute di La Jolla, in California.
I risultati rappresentano una prima prova di principio della possibilità di rigenerare in vivo un intero tessuto tridimensionale come la pelle, e non solo singoli tipi di cellule come fatto in passato, spiega il coordinatore dello studio, Juan Carlos Izpisua Belmonte. Questo potrebbe essere utile non solo a potenziare la capacità riparativa della pelle, ma anche a guidare in vivo le strategie rigenerative in varie situazioni patologiche dell’uomo, così come durante l’invecchiamento, fase in cui la riparazione del tessuto è compromessa.
La nuova tecnica permette di guarire le ulcere cutanee riprogrammando, direttamente nella pelle, le cellule che formano la ferita e che sono coinvolte nel processo di infiammazione e cicatrizzazione. La ‘ricetta’ della rigenerazione prevede solo quattro ingredienti, ovvero quattro fattori di riprogrammazione (proteine e molecole di Rna) che riescono a riprogrammare i diversi tipi di cellule che costituiscono la ferita, trasformandoli in cellule simili alle staminali chiamate cheratinociti: pronte a rimpiazzare i precursori delle cellule della pelle persi a causa della ferita, riescono a ricostruire il tessuto strato dopo strato come dei veri muratori.
L’efficacia di questo approccio è stata testata sui topi: il mix di fattori di riprogrammazione è stato applicato direttamente sulle ulcere e nell’arco di 18 giorni ha portato alla formazione di nuova pelle, che nel tempo si è espansa fino a connettersi con quella circostante. A distanza di tre e sei mesi, le cellule rigenerate hanno mostrato un comportamento del tutto simile a quello delle cellule sane, sia dal punto di vista cellulare che molecolare e genetico.
