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Scuola: sciopero e manifestazione nazionale organizzati da Anief l’11 settembre

ROMA – L’Anief ha organizzato per martedì prossimo, 11 settembre, uno sciopero nazionale con contestuale sit-in
a Roma, davanti alla Camera dei deputati, dove in quelle stesse ore inizierà l’esame in Aula, a partire dalle ore 11.00, del decreto milleproroghe contenente nuovi emendamenti salva-precari. La protesta proclamata dal sindacato, fa sapere Anief, intende anche sensibilizzare i deputati ad opporsi «alla nuova proposta del ministro Bussetti sul vincolo quinquennale legato alla residenza lavorativa per gli insegnanti neo-assunti: servono, invece, regole più semplici e favorevoli al ricongiungimento familiare nel nuovo contratto triennale sulla mobilità. A partire dal riavvicinamento immediato di migliaia di docenti costretti dal governo Renzi ad accettare l’immissione in ruolo a centinaia di chilometri da casa».
«L’inizio dell’anno scolastico si preannuncia quanto mai incerto e denso di problematiche irrisolte: nei giorni di ripresa delle lezioni, il Parlamento potrebbe risolverne diverse – chiede Anief – perché sarà chiamato ad esprimersi sul futuro professionale di 150mila docenti bilitati che, ad un passo dalla stabilizzazione, per colpa delle scelte sbagliate del governo, si apprestano ad essere ricacciati nelle graduatorie d”istituto, attraverso le quali la continuità didattica e la sottoscrizione delle supplenze annuali diventano un terno al lotto. Per opporsi a questo scenario, con l’aggravante di lasciare scoperte decine di migliaia di cattedre, perché i docenti ci sono ma vengono collocati nelle graduatorie sbagliate, l’Anief ha organizzato per martedì prossimo, 11 settembre, uno sciopero nazionale con contestuale sit-in a Roma, davanti alla Camera dei deputati, dove in quelle stesse ore inizierà l’esame in Aula, a partire dalle ore 11.00, del decreto Milleproroghe contenente nuovi emendamenti salva-precari – continua Anief – Tra questi, ci saranno anche quelli rivolti alla riapertura delle Gae: un’operazione chiave, che garantirebbe la stabilizzazione di tantissimi docenti già selezionati e formati, oltre all’assegnazione di oltre 110 mila posti vacanti, la
metà dei quali di sostegno, che altrimenti rischiano di rimanere scoperti. La piattaforma sindacale che ha portato allo sciopero contiene anche altre inadempienze, mancanze e diritti lesi dei lavoratori: si va dagli stipendi più bassi dell”area Ocse, alla mancata assunzione a tempo indeterminato dei precari che hanno prestato servizio con contratti a tempo determinato per almeno 36 mesi su posti vacanti e disponibili, come previsto dalla direttiva del Consiglio Ue del 28 giugno 1999/70/Ce e dalla sentenza Mascolo della Corte di Giustizia europea del 26 novembre 2014 – conclude – Si chiede poi di cancellare il ricorso allo strumento dell”invarianza finanziaria che blocca lo stipendio dei neoassunti al livello minimo per i primi otto anni di carriera, di cancellare gli scempi della riforma Buona Scuola, che
l”attuale governo ha solo scalfito, lasciando in vita il bonus merito, l”alternanza scuola-lavoro che sfrutta gli studenti delle superiori, per non parlare dei goffi tentativi di riforma del sostegno e della scuola fino a 6 anni, oltre alle tante altre norme dannose».

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