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Vitalizi, tagli: Giovanardi contrario all’«olio di ricino istituzionale» approvato dai grillini

ROMA – Carlo Giovanardi – che è stato vice presidente della Camera, ministro per i Rapporti con il Parlamento, deputato e senatore, dalla Dc a al Pdl al Nuovo Centrodestra – scrive alla presidente del Senato Elisabetta
Casellati sui vitalizi, per sottolineare il rischio di somministrare una specie di «olio di ricino istituzionale» per umiliare avversari politici e dare in pasto al popolo un comodo capro espiatorio per gli insuccessi del governo giallo-verde.
In particolare Giovanardi, dopo aver premesso che «con 32 anni di contributi pagati è tra i fortunati parlamentari che dovrebbero veder di gran lunga aumentato e non diminuito l’importo del vitalizio», scrive che la delibera dell’Ufficio di presidenza della Camera riguarda 1.211 ex deputati che hanno maturato il diritto al vitalizio prima della riforma del 2012 che ha abrogato quell’istituto. L’età media di questi colleghi è di 76 anni, 78 hanno tra i 90 e i 103 anni, 292 tra gli 80 e gli 89 anni. Tra 10 anni saranno deceduti (sulla base di calcoli attuariali) il 75% degli ultraottantenni e il 41% dei 1.211. Tra 20 anni saranno deceduti il 78% di tutti, con ancora probabilmente in vita 7 superstiti tra gli ultraottantenni».
«Questi dati – continua Giovanardi – dimostrano che il vero e radicale risparmio sui vitalizi in essere sarà merito della natura, tenuto conto che l’odiosa e vendicativa delibera dell’Ufficio di presidenza della Camera colpisce particolarmente gli ex parlamentari più anziani, arrivando a tagli che superano l’80% per gli ultra ottuagenari. E’ evidente pertanto che sulla scia di una campagna giornalistica martellante che ha preteso pubblicamente non equità e giustizia ma provvedimenti punitivi per gli ex parlamentari, il M5s cavalca una battaglia ideologica con processi e condanne sommari verso chi sarebbe responsabile dei problemi con cui l’Italia di oggi si deve confrontare. Saranno gli storici a giudicare se, come io penso – scrive Giovanardi – i parlamentari della Prima Repubblica e per certi
versi anche quelli della Seconda, dovrebbero essere premiati per aver superato democraticamente le sfide incredibili del dopoguerra, avviato la ricostruzione, portato l’Italia ad essere uno dei sette paesi leader nel mondo, stroncato il terrorismo, battuto il comunismo o aspramente criticati per i loro tanti errori od omissioni».

Intanto, chiede all’Ufficio di presidenza di valutare le sue osservazioni «senza costringere gli ex parlamentari a ricorrere a tutti gli strumenti che l’ordinamento mette a disposizione per una battaglia che coinvolge non solo la
loro dignità ma anche principi fondamentali contenuti nella Costituzione».

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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