Pensioni d’oro: Molinari (Lega) conferma intesa su limite 4.500 euro netti. Consumatori d’accordo ma sottolineano illegittimità

ROMA – «E’ stata raggiunta un’intesa nella maggioranza, dopo che è stata accolta la nostra richiesta di specificare nel testo il limite di 4500 euro netti, per non dare adito a interpretazioni capziose». Lo dice il capogruppo Lega alla Camera Riccardo Molinari, interpellato sulla proposta di legge che mira a tagliare le cosiddette pensioni d’oro. Ma anche lui non specifica se si tratta di tagli solo per chi non ha versato tutti i contributi. Non è dunque un chiarimento ma il testardo perseguimento ulteriore di un atto illegittimo e ingiusto.
Anche i consumatori, pur ritenendo giusto un intervento sulle pensioni alte, avanzano dubbi di legittimità costituzionale sul provvedimento. Un comunicato di Codacons riferisce che «le pensioni d’oro superiori ai 3mila euro mensili costano alla collettività circa 30 miliardi di euro all’anno, e rappresentano una grave forma di disuguaglianza economica e sociale». Confrontando gli ultimi dati Istat e Inps, il Codacons ricorda come in Italia siano poco più di 1 milione (il 6,8% del totale) le pensioni d’oro superiori ai 3mila euro mensili, per un controvalore che sfiora i 30 miliardi di euro annui.
«Se da un lato quindi c’è chi può contare su pensioni di lusso, dall’altro ci sono 1,68 milioni di pensionati con un assegno che non raggiunge i 500 euro mensili (10,8% del totale) e che fanno la fame non potendo contare su un reddito dignitoso», prosegue il Codacons. «Per questo riteniamo corretta la decisione di intervenire sulle pensioni più alte ed eliminare le gravi disuguaglianze che pesano sulla collettività. Una misura tuttavia estremamente difficile da attuare nel nostro Paese, considerato che si tratta di diritti già acquisiti», conclude il presidente Carlo Rienzi. Bisogna però ricordare a Rienzi un particolare non piccolo: le pensioni alte sono frutto di contributi pesanti pagati, nella gran parte dei casi, per oltre 40 anni di lavoro. Quelle da 500 euro al mese non sono pensioni sussidi. Il problema, va ricordato alla maggioranza di governo e anche al Codacons, è quello di mescolare previdenza e assistenza. Facendo pagare ai pensionati anche l’assistenza. Che viceversa deve essere a carico di tutti i contribuenti.
