Statali: def e manovra, dal 2019 penalizzati stipendi e pensioni, che rischiano di diminuire

Brutte notizie per gli statali, già penalizzati fortemente dal blocco di stipendi e turn over e non remunerati dai contratti sottoscritti in clima preelettorale coi governi Renzi – Gentiloni. La bozza della Legge di bilancio 2019 sembra non prevedere tutele e iniziative positive a favore dei dipendenti pubblici, penalizzati dal Def che non contiene tracce riguardo un aumento retributivo nel pubblico impiego. A lanciare l’allarme è l’Anief, Associazione sindacale professionale, sottolineando come sia necessario reperire 4miliardi di euro per integrare gli aumenti stipendiali attivati nel 2018 dopo un decennio di blocco contrattuale.
Risorse che potrebbero evitare la riduzione degli stipendi di coloro che percepiscono meno di 26 mila euro a partire dal 2019.Ammonterebbero a 30 miliardi, inoltre, i fondi necessari per risollevare le buste paga di chi lavora nella PA portandole come minimo sopra il tasso d’inflazione, ma nelle previsioni governative nessuna traccia di ciò.
Il problema – afferma Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario confederale Cisal – riguarda coloro che hanno cominciato a lavorare nell’anno 2000 e che oggi percepiscono un compenso mensile che senza interventi dal 1° gennaio verrà persino ridotto, per via della mancata copertura da parte del Governo in carica della perequazione garantita da quello Gentiloni solo fino al 31 dicembre 2018. Una circostanza inammissibile, considerando il fatto che già oggi gli stipendi dei lavoratori pubblici rimangono sotto il costo della vita di almeno il 5 per cento.
Dal punto di vista delle pensioni, inoltre, è sempre Pacifico a mettere in evidenza le falle del sistema contributivo attuale che porterà un trattamento pensionistico pari al 40-50% dell’ultimo stipendio. Significa che, siccome stiamo parlando di buste paga nette attorno ai 1.500 euro, in media l’assegno di pensione potrebbe non superare i 750-800 euro (quanto il M5S vuol dare ai fannulloni con il reddito di cittadinanza).
I dipendenti statali continuano ad essere nel mirino anche di questo Governo, dopo essere stati bistrattati dal Governo Monti-Fornero-Cancellieri, da Letta, Renzi e Gentiloni. Chi sperava che il governo gialloverde invertisse la rotta è rimasto deluso, neppure per forze dell’ordine e vigili del fuoco si intravedono miglioramenti economici, solo un pur apprezzabile progetto di rimpolpamento e ringiovanimento dei ranghi. Per chi difende la legalità e la sicurezza i quattrini non si trovano mai, mentre si fanno i salti mortali (lato M5S) per dare una paga non irrilevante (780 euro mensili) a fannulloni, che hanno votato in massa il partito che propone il sostanziale regalo, e attendono fiduciosi la paga dello Stato. Oppure (lato Lega) si premiano evasori con ulteriori condoni mascherati. Il colore del Governo può cambiare, cambiano i direttori d’orchestra, ma la musica per gli statali resta sempre la stessa.
