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Costruzione moschee: proposta di legge per rendere trasparenti i finanziamenti

ROMA – Il Messaggero rivela che una proposta di legge, in attesa dell’esame in Parlamento, è volta a rendere trasparenti  le fonti di finanziamento per la costruzione delle moschee. Il titolo è «Disposizioni concernenti il finanziamento e la realizzazione di edifici destinati all’esercizio dei culti ammessi». La proposta ha l’obiettivo di rendere tracciabili e trasparenti le risorse a sostegno degli edifici religiosi e impedire l’afflusso di denaro dall’estero. In primis, per le moschee. La finalità principale è così spiegata: evitare che tali luoghi «da punti di aggregazione, possano diventare centri di possibile reclutamento da parte dell’estremismo».

Il disegno di legge porta la firma di Guido Guidesi, attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ed è stato inserito nel calendario dell’Aula della Camera per dicembre. «Chiuderemo le moschee illegali, voglio sapere chi finanzia, chi c’è dietro, da dove arrivano i soldi, chi predica e cosa predica», spiegava Matteo Salvini in campagna elettorale. La Lega, in realtà, ci aveva già provato nella scorsa legislatura. Ma questa volta ha dalla sua i numeri per mandare in porto la proposta anche perché i punti essenziali di questo ddl sono contenuti nel contratto di governo.
Il Carroccio avrebbe voluto inserire una linea più dura che comprendesse anche la chiusura delle moschee abusive e l’obbligo di predicare in italiano. Nell’accordo di governo, tuttavia, si fissa la necessità di adottare «una normativa ad hoc che preveda l’istituzione di un registro dei ministri di culto e la tracciabilitàdei finanziamenti per la costruzione delle moschee e, in generale, dei luoghi di culto, anche se diversamente denominati».

Guidesi indica tra gli obiettivi quello di «colmare il vuoto normativo esistente nel nostro ordinamento», dal momento che «non esiste un’intesa fra lo Stato italiano e la confessione religiosa islamica, non essendoci un unico interlocutore per la religione musulmana».

Il modello a cui la Lega guarda è quello dell’Austria del cancelliere Sebastian Kurtz che, già quando era ministro, fece approvare una legge che impediva l’arrivo di finanziamenti da altri Stati. La stessa Austria che, per violazione di quella normativa, a giugno ha annunciato la chiusura di sette moschee e l’espulsione di vari Imam prendendosi il plauso di Matteo Salvini.

Nella relazione che accompagna la proposta di legge si spiega che ammonterebbero «a diciotto milioni di euro all’anno i finanziamenti per la costruzione in Italia di moschee e luoghi di preghiera e culto, autorizzati o meno, provenienti dall’estero, in particolare dal Qatar, dall’Arabia Saudita e dalla Turchia». Nello specifico, si fa riferimento a notizie di stampa secondo cui «ogni anno» la Qatar charity foundation destina «in media al nostro Paese circa sei milioni di euro» mentre «dalle associazioni turche ne arriverebbero quattro milioni e dall’Arabia Saudita otto milioni».
La proposta di legge di Guidesi prevede dunque che i finanziamenti possano giungere da enti o persone che siano rigorosamente e tutte «residenti nel territorio nazionale» e che le comunità che vogliano realizzare edifici di culto abbiano l’obbligo di redigere il bilancio «non in forma semplificata» e di depositarlo «ai fini della loro pubblicità», presso la camera di commercio competente. Inoltre, per le religioni per cui non esistono già accordi con lo Stato italiano, si stabilisce che negli Statuti sia previsto il «rispetto dei princìpi e dei valori della Costituzione».


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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