Rottamazione ter: emendamenti del governo per rate più dilazionate

ROMA -Una sanatoria ancora più conveniente, con scadenze dilazionate nel corso dell’anno per consentire ai contribuenti di pagare importi più bassi delle singole rate. A spingere per rendere ancora più soft la rottamazione ter è il Movimento 5 Stelle, che tra gli emendamenti al decreto fiscale chiede anche, insieme all’alleato leghista, di allargare le maglie della definizione agevolata, di non fare perdere i benefici per «lievi inadempimenti» o di includere anche avvisi bonari e omessi versamenti, o gli errori formali, da chiudere, per la Lega, pagando 150 euro per anno di imposta.
Gran parte delle richieste di modifica arriva dalle opposizioni, che però si muovo in ordine sparso. Sul fronte del condono vero e proprio, se il Pd chiede infatti di abbassare le soglie (ora nel testo a 100mila euro e comunque massimo 30% di quanto già dichiarato), Forza Italia punta invece ad alzare il tetto, portandolo a 500mila euro. Di segno opposto anche le proposte sulla rottamazione, con i Dem che chiedono ad esempio che gli accertamenti siano sanabili solo per chi si trova in oggettiva difficoltà e che ci siano delle misure anti furbetti, che si mettono in regola in modo agevolato e poi vengono beccati ad avere altri redditi non dichiarati. Mentre Forza Italia chiede che la rottamazione sia consentita, in tutte le sue declinazioni, fino all’ultimo minuto utile, ad esempio anche per le cartelle arrivate quest’anno.
Sul fronte della rottamazione se la Lega chiede che si possano sanare senza sanzioni e interessi anche i tributi locali, dall’Imu-Tasi all’occupazione di suolo pubblico, i 5 Stelle si concentrano sui contribuenti in difficoltà, che, se passerà il loro emendamento, pagheranno due rate nel 2019 (con scadenze a luglio e novembre) che diventeranno 4 l’anno a partire dal 2020 (febbraio, maggio, luglio e novembre).
