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Svezia: Mattarella attacca l’Ue, è lontana dai suoi cittadini. Occorre cambiare rotta

LUND – Duro e inusuale attacco all’Unione Europea da parte del Presidente Mattarella, che in patria difende gli organismi europei a spada tratta, pur di attaccare il Governo, in sintonia con i violenti attacchi sferrati anche oggi da Renzi.

Il sempre prudente presidente siculo, soprattutto quando parla all’estero, si è lanciato in un violento j’accuse contro le politiche dell’europe dei burocrati, dei finanzieri e dei mercanti, lontani mille miglia dai veri sentimenti delle popolazioni. Dando così ragione, in pratica, al governo gialloverde.

Dice Mattarella, parlando all’Università di Lund: «In Europa sono cresciute diversità di sensibilità, accentuatisi tra i membri dell”Unione, che hanno visto emergere sentimenti di lontananza dei cittadini europei rispetto alle istituzioni comunitarie. Lontananza per la quale il disegno europeo, con il suo significato, le sue Istituzioni, le sue politiche, le sue regole e procedure, viene percepito da una parte dei cittadini europei come estraneo se non avverso e, al più, come una sorta di fiera
delle opportunità alla quale attingere secondo spicciole convenienze, senza né anima né scopo.  Siamo, anche considerando soltanto un approccio economico-commerciale, assai di più di
un’Unione doganale: un mercato unico, uno spazio economico con responsabilità da potenza globale, che si riverbera su molteplici aspetti, strettamente collegato alla libera circolazione delle persone. Dalla crescita sostenibile al modello sociale, alla redistribuzione internazionale delle
risorse, alla garanzia di poter esercitare queste libertà in una cornice di sicurezza e stabilità. Si segue una linea di pensiero di corto respiro -ha lamentato  ancora il Presidente della Repubblica- e non si riesce a considerare con attenzione non tanto ciò che abbiamo di fronte in un momento di
crisi, quanto, piuttosto -ed è molto- ciò che è stato realizzato e viene oggi dato quasi per scontato, per acquisito una volta per sempre. È il ruolo dell’Unione come creatrice, custode e garante di diritti che proteggano i nostri cittadini in maniera uniforme, sempre e dovunque, che va messo in rilievo. Un ruolo solennemente avvalorato dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Accesso al mercato del lavoro, parità di genere, salari e condizioni uguali per lavori uguali, dialogo sociale, assistenza a lungo termine, costituiscono altrettante architravi del nostro vivere insieme e che, insieme, dobbiamo cercare di sviluppare ulteriormente, per il bene deinostri cittadini».

Tutto questo non è stato fatto, secondo il Capo dello Stato e andrebbe invece realizzato. Un duro j’accuse alla combriccola dei vari Juncker, Merkel e Macron. Ma allora, Presidente, dica la verità: Salvini e Di Maio non hanno tutti i torti nel voler cambiare questa situazione.


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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