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Pd: chiama alla mobilitazione totale contro la manovra, come i grillini nella scorsa legislatura

Il Pd cerca di uscire dalla scomoda posizione in cui l’ha costretto Renzi e chiama a manifestare davanti alla Camera il 29 dicembre contro il governo e la maggioranza, che quel giorno a Montecitorio conta di far approvare definitivamente la manovra economica passata la notte scorsa al Senato in un clima rovente. Con un rovesciamento dei ruoli della legislatura passata, quando era soprattutto il M5S a protestare, il principale partito di opposizione denuncia lo svuotamento della democrazia parlamentare, con una legge arrivata all’ultimo momento e senza tempo per esaminarla. In Aula é stato il Pd, stavolta, a gridare onestà. Maurizio Martina esorta all’unità gli altri candidati al congresso, che rispondono presente. La mobilitazione dem proseguirà a gennaio e si annuncia un ricorso alla Corte costituzionale.
Anche Forza Italia e Leu bocciano la manovra e Fdi con Giorgia Meloni: «La svolta sovranista non é arrivata».  Difendono invece la legge di bilancio i due vicepremier Matteo Salvini (mi do 7 come voto, é solo l’inizio di un
percorso) e Luigi Di Maio (che dopo la lista delle cose fatte propone «un test del vero o falso,contro le balle di
Natale»).

Ma per il Pd non finisce qui e oltre alle barricate alla Camera si chiede di essere ricevuti al Quirinale (lo fa Roberto Giachetti). Il renziano Andrea Marcucci vuole un’altra Piazza del Popolo, come a settembre. I Democratici si trovano affiancati dai sindacati Cgil, Cisl e Uil, che giudicano la manovra pessima e il suo percorso una grave lesione alla democrazia parlamentar e annunciano, a gennaio, un corteo unitario,

Il Pd dunque sembra voler rivestire i panni dei grillini prima maniera e, dopo il sit-in del 29 alla Camera, pensa a un mese di proteste in concomitanza con la seconda fase per l’elezione del nuovo segretario (il 28 c’é la Commissione elettorale). Se Martina chiama a scendere in piazza – come aveva fatto da reggente -, il favorito nei sondaggi Nicola Zingaretti chiede una giornata di mobilitazione in tante piazze d’Italia. Il governatore del Lazio convoca «l’Italia migliore e nel nome della Costituzione prepariamo e indichiamo una strada nuova per un Paese vicino alle persone e contro l’arroganza di questi nuovi potenti». Sarà il 12 gennaio per spiegare «la follia della manovra», annuncia il presidente Matteo Orfini. Il candidato più giovane alla segreteria Pd, Dario Corallo, aderisce all’appello per il 29, sottolineando però come nella passata legislatura sia stato il Pd «autore di forzature inaccettabili proprio contro il Parlamento» con la decisione, oltretutto, di abolire proprio quel Senato che la dirigenza di oggi difende a spada tratta.
«Uniti in piazza, ma discontinui per l’alternativa», scrive Francesco Boccia, che condanna la manovra, ma riafferma che «l’alternativa non é tornare indietro, ma guardare avanti». Nessuna nostalgia per la stagione passata, cancellare sia Jobs Act renziano che decreto dignità di Di Maio. Renzi tace e si dedica alla pubblicizzazione del suo documentario su Firenze, trasmesso dalla 9.

Vedremo se sarà una tattica che potrà dare i suoi frutti in vista delle Europee, facendo recuperare qualche consenso perduto al partito un tempo (non troppo lontano) egemone.


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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