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Davos: Fmi mette l’Italia fra i rischi mondiali. Salvini: «Loro sono una minaccia, sbagliano sempre»

Christine Lagarde, direttore generale del Fondo Monetario internazionale

DAVOS (SVIZZERA) – Al vertice economico di Davos, dove manca Trump e diventa star mondiale il presidente brasiliano Jair Bolsonaro, il Fondo monetario internazionale (Fmi) mette l’Italia all’indice: affermando che la situazione finanziaria italiana, assieme a Brexit, è al primo punto fra i principali fattori di rischio globali indicati dal Fondo monetario internazionale nella versione aggiornata del World Economic Outlook.

«In Europa continua la suspence su Brexit, e il costoso intreccio fra rischi sovrani e rischi finanziari in Italia rimane una minaccia», ha detto il direttore della Ricerca del Fmi Gita Gopinath presentando il rapporto a poche ore dall’inizio del Forum economico mondiale. La replica del vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, è immediata: «Italia minaccia e rischio per l’economia globale? Piuttosto è il Fmi che è una minaccia per l’economia mondiale, una storia di ricette economiche coronata da previsioni errate, pochi successi e molti disastri».

Ancora l’Fmi: «Gli spread italiani – si legge al primo punto della sezione sui rischi globali, che evoca anche una Brexit senza accordo – sono scesi dal picco di ottobre-novembre ma restano alti. Un periodo prolungato di rendimenti elevati metterebbe sotto ulteriore pressione le banche italiane, peserebbe sull’attività economica e peggiorerebbe la dinamica del debito». L’analisi dei rischi prosegue poi con l’ipotesi di «una Brexit senza accordo dal carattere dirompente, con contagio all’estero, e un aumentato euroscetticismo intorno al voto europeo di maggio». Rischi anche da una frenata peggiore del previsto in Cina, un’escalation commerciale, uno shutdown prolungato negli Usa.

Il fondo monetario internazionale taglia allo 0,6%, dall’1% di ottobre, la previsione di crescita per l’Italia nel 2019, mantenendola allo 0,9% per l’anno successivo. Lo si legge nell’aggiornamento del World Economic Outlook presentato a margine del Forum economico. L’Italia – nel documento – è individuata con la Germania come uno dei fattori la cui frenata a fine 2018 ha fatto rivedere in peggio le stime di crescita per l’Eurozona e comportato un calo dell’euro del 2% fra ottobre e gennaio.

L’economia globale fronteggia «rischi significativamente più alti, alcuni dovuti alle politiche» intraprese dai governi. L’allarme arriva dal direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, che aggiunge: «Significa che una recessione globale è dietro l’angolo? No, è desiderabile avere visibilità, una leggera discesa, stabilità, pochi rischi e pericoli, le autorità devono tenersi pronte se rischi dovessero materializzarsi».

Il Fondo monetario internazionale mantiene una previsione di crescita per gli Usa del 2,5% quest’anno e dell’1,8% il prossimo. Ma riduce le attese per l’Eurozona nel 2019, portandole a 1,6% (da 1,9%) e mantiene il 2020 a 2,7%. Negli Usa, la crescita è attesa in calo con il venir meno dello stimolo fiscale e con i tassi Fed in rialzo, ma è sostenuta da forte domanda interna. Nell’Eurozona pesano, invece, la frenata del Pil italiano e tedesco (1,3% per il 2019) e quella della Francia (1,5%) fra le proteste dei gilet gialli.


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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