Operazione Sophia: la ministra Trenta, l’Italia non può essere lasciata sola
BERLINO – «Sophia è un’operazione importante. Ma dovrebbe essere prolungata solo a una condizione: la clausola per la quale solo l’Italia è responsabile dell’accoglienza dei profughi salvati da Sophia non può restare. Altrimenti troverò un’altra soluzione». Lo dice la ministra della Difesa Maria Elisabetta Trenta, in un”intervista a die Welt, anticipata sul portale on line della testata. Trenta cita diverse possibili opzioni. A proposito della strage dei migranti sulle coste libiche Trenta afferma che l”Italia non possa esser ritenuta responsabile e che l’Ue non debba guardare altrove
Fra le opzioni citate dal ministro per risolvere la questione Sophia, ci sono una missione marittima della sicurezza che venga ampliata al Mediterraneo occidentale, dove ora la Spagna è meta principale dei migranti. «Posso immaginare l’istituzione di porti liberi, quindi
territori neutrali, sul suolo italiano – continua – dai quali i migranti vengano distribuiti direttamente nei paesi europei. Oppure una rotazione dei porti di arrivo dei paesi dell”Unione, vicini al Mediterraneo. Queste proposte a Bruxelles le abbiamo già messe sul tavolo. I mezzi giuridici sussistono, se l’Ue vuole operare come una comunità». Sulla tragedia degli oltre 100 migranti annegati sulle coste libiche, la ministra risponde: «purtroppo non è la prima di queste tragedie, e la cosa mi provoca molto dolore. Ma non possiamo accettare che
l”Italia venga ritenuta responsabile. Dal momento che il tema migrazione nel Mediterraneo è una questione europea, non solo italiana». Per Trenta, «l”Italia non può risolvere i problemi da sola. Se le persone muoiono nel Mediterraneo, l”Europa non può girarsi dall”altra parte».
