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Pubblico impiego: anticipo Tfs per quota 100 non è sufficiente

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Palazzo Chigi

ROMA – «L’anticipo del trattamento di fine servizio dei lavoratori pubblici tramite il prestito agevolato non è la risposta che da anni chiediamo rispetto alla liquidazione in tempi congrui delle liquidazioni nella pubblica amministrazione». Lo affermano Cgil, Cisl e Uil in audizione alla Camera sul Decretone.
«Per questo riteniamo necessario un intervento che elimini il differimento oggi presente per il pagamento del Tfr e Tfs nel settore pubblico. L”innalzamento del limite da 30.000 a 45.000 euro allarga sicuramente i margini per la scelta del lavoratore ma si tratta comunque – sottolineano i sindacati – di una misura parziale, inoltre l”effettiva implementazione della procedura prevede molti passaggi, tra cui l”accordo con Abi, ci chiediamo quali saranno effettivamente i tempi di erogazione di questo anticipo. Inoltre, con questo meccanismo vengono discriminati i dipendenti pubblici assunti dopo il 2000 ai quali si applica il regime del trattamento di fine rapporto (Tfr) perché l’agevolazione fiscale prevista ad essi non è applicabile».

anticipo, Pubblico impiego, tfs


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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