Torino: accusato di terrorismo contesta lo Stato che annega i migranti e uccide nelle caserme e nelle carceri
TORINO – «E’ un complimento essere definito terrorista da parte di uno Stato che, attraverso il suo braccio armato, uccide nelle sue questure, nelle sue caserme, nelle sue carceri, che è da sempre la facciata istituzionale della mafia e ultimamente affonda barconi carichi di persone».
Lo ha dichiarato ai giudici della Corte d”Assise di Torino uno dei 23 anarchici imputati nel maxi-processo per terrorismo contro le Fai-Fri.
L’uomo, Gioacchino Somma, ha rivendicato la propria attività sul sito Radio-Azione (la pubblicazione e la traduzione di testi e rivendicazioni) e l’appoggio a iniziative di sostegno economico per i compagni detenuti. «Rivendico – ha aggiunto – il mio essere antiautoritario, individualista, per l’insurrezione e la distruzione di questo fetido e lurido esistente».
Il pm Roberto Sparagna aveva chiesto ventidue condanne per un totale di oltre 204 anni di reclusione. Per Somma la proposta è stata di 7 anni e 6 mesi. Il processo riprenderà nei prossimi giorni con gli interventi degli avvocati difensori.
