
Aereo precipitato in Etiopia: trovate le scatole nere. Inchiesta della procura di Roma
ADDIS ABEBA – Si continuano a cercare le cause della sciagura del Boeing etiopico precipitato vicino ad Addis Abeba con la morte di 157 persone, fra le quali otto viaggiatori italiani. Secondo i media internazionali, la tv di stato etiope ha reso noto che è stata ritrovata la scatola nera del Boeing. Recuperata anche la seconda scatola nera: i dispositivi trovati sono in particolare il «registratore di voce della cabina di pilotaggio ed il registratore digitale dei dati di volo». E arrivano i primi stop a terra dei Boeing 737 Max: oltre all’Ethiopian, decisione analoga dalla Cina e dall’Indonesia, così come da Cayman Airways. Si attiva l’agenzia europea sicurezza aerea (Easa) con un monitoraggio, ‘ma è presto per decidere’. Il gruppo Usa affonda a Wall street, -12,80% il calo maggiore dal 2001.
La Procura di Roma ha aperto intanto unfascicolo di indagine in relazione alla morte degli italiani. Il procedimento, coordinato dal procuratore Giuseppe Pignatone, è al momento senza indagati e ipotesi di reato. Nello schianto, poco dopo il decollo da Addis Abeba, hanno perso la vita l’archeologo siciliano Sebastiano Tusa, il presidente dell’Ong Link 2007, Paolo Dieci, alcuni appartenenti a una onlus di Bergamo e due ragazze impegnate nel programma alimentare mondiale dell’Onu.
Ethiopian Airlines ha bloccato tutti gli aerei Boeing 737 Max, cioè quelli dello stesso modello precipitato ieri 6 minuti dopo il decollo. «A seguito del tragico incidente del 10 marzo – si legge in un tweet della compagnia aerea – Ethiopian Airlines ha deciso di tenere a terra tutti i Boeing 737 Max. Non si conoscono ancora le cause della sciagura – prosegue la nota – e la decisione è presa in via precauzionale. La compagnia – conclude il comunicato – diffonderà ulteriori informazioni non appena disponibili».
