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Firenze commercio: negozi storici del centro chiedono meno medaglie e più tutela

Firenze

FIRENZE – «Visitando e comprando nei negozi storici di Firenze ho avuto modo di parlare con i titolari. Si tratta di esercizi commerciali che affondano le loro radici nella storia della città, ma che adesso si sentono abbandonati.
Scalzati e soffocati dall’ingombrante proliferazione di minimarket, kekab e negozi etnici. Queste attività storiche
lunedì vengono premiate in Palazzo Vecchio ma i gestori sono basiti: ‘Cosa ci facciamo con questi riconoscimenti formali in periodo elettorale’ mi hanno detto». E’ quanto riportato in una nota a firma di Paolo Marcheschi, capogruppo Fdi in Consiglio regionale e candidato sindaco di Firenze. «Siamo veri e propri reduci, gran parte dei colleghi hanno già chiuso, intorno a noi le insegne sono soltanto di negozi cinesi, indiani, pakistani che vendono prodotti di scarsa qualità, hanno detto ancora. Gli acquisti sono sempre più in calo perché la gente non compra più in centro, che non è più vissuto dai fiorentini ma soltanto dai turisti mordi e fuggi. Il centro si sta desertificando, i negozi storici e di qualità stanno man mano sparendo – prosegue Marcheschi – le attività storiche che resistono lo fanno perché difendono la tradizione, negozi di famiglia tramandanti attraverso le generazioni. I negozi storici vanno aiutati con politiche mirate che conservino la loro attività commerciale e la loro identità che costituisce il tessuto sociale del centro storico – ha concluso -. Lamentano invece una disparità di trattamento con i negozi che si nascondono dietro dei non capisco la lingua, le regole».

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