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Pensioni d’oro: la riduzione fino a oltre 5.000 euro mensili. Partirà da giugno, dopo le elezioni europee

Il Sole24ore ci informa che il nuovo contributo di solidarietà previsto del governo gialloverde (si parla in verità di riduzione) sarà reso efficace, per ragioni politiche, dal prossimo mese di giugno, dopo le elezioni europee. Una furbizia inutile perché tanto gli interessati, non molti, sanno già come comportarsi e stanno affilando le armi per migliaia di ricorsi contro il nuovo sopruso.

L’Inps ha preparato la circolare con le indicazioni operative, che conterrà tra l’altro i termini per il conguaglio dei mesi passati, ma sarà pubblicata solo nelle prossime settimane. Perché ora la tecnostruttura è concentrata sugli appuntamenti clou di primavera: lunedì 1° aprile, con l’annunciato pagamento delle prime 25mila pensioni in quota 100, e un giorno ancora imprecisato di fine aprile quando verranno caricate le prime card del reddito di cittadinanza.

Gli oltre 24mila pensionati più abbienti, quelli con l’assegno «di platino», come ha detto il vicepremier Luigi Di Maio quando a dicembre è stato approvato il prelievo «per favorire l’equità del sistema previdenziale», hanno già cominciato a fare i loro conti. Il taglio vale perle pensioni superiori ai 100mila euro lordi a calcolo retributivo o misto, è su cinque aliquote marginali che vanno dal 15% al 40% e avrà una durata quinquennale. I risparmi previsti dal governo, al netto delle fiscalità, sono appena superiori ai 415 milioni di euro in termini cumulati, meno del 5%di quanto si spenderà nel prossimo triennio per Pagare quota 100.

Il Sole24Ore ha elaborato già una simulazione per calcolare il quantum dei tagli per ciascuno scaglione, esercizio che ciascuno aveva provato a fare per proprio conto, trovando poi probabilmente conferma nella tabella elaborate dagli esperti del prestigioso quotidiano, che riportiamo sotto.

La riduzione media annua del reddito pensionistico oscillerà dall’1,36% perla fascia da 110mila euro e salirà al 24% per i pochissimi che si collocano sopra la soglia dei 5oomila euro lordi. Considerando che stiamo parlando di contribuenti con l’Irpef al 43%, è come se nei prossimi cinque anni, solo per questi redditi, l’Irpef salisse dal 44,3% fino al 67%.

Risulterebbe dunque che su un assegno di 12omila euro lordi, l’impatto della stretta varata dalla legge di bilancio 2019 annui sarà di 1.710 euro al netto dell’Irpef e senza tener conto delle minori trattenute per addizionali regionali e comunali. Il taglio netto è su 13 mensilità a giugno e dovrebbe aggirarsi attorno ai 131,5 euro. Se venissero conguagliati in soluzione unica, sempre a giugno, anche i primi cinque mesi dell’anno, il taglio crescerebbe allora di 657,7 euro, per arrivare a un totale di 789 euro.

La fascia di frequenza più alta dei pensionati d’oro è quella compresa tra 120 e 14omila euro annui, ai quali saranno tagliate somme che vanno dai 306 ai 526 euro netti mensili. Mentre per le pensioni oltre 500.000 euro annui la riduzione sale a oltre 5.000 euro al mese.

Non sono cifre da poco e ci si lamenta anche che il ricavato andrà a impinguare le tasche di chi non ha mai versato contributi o ha lavorato sempre al nero. E’ questa l’equità sociale del governo gialloverde. Anche per questo si preannunciano migliaia di ricorsi.

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