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Missione Sophia: il paradosso dell’Europa, missione navale prorogata ….. senza navi

La confusione e la disorganizzazione regnano ormai sovrane in Europa, soprattutto sul tema migranti, da sempre al centro delle polemiche e delle disfunzioni della Commissione (scadente a novembre)  guidata da Jean Claude Juncker.

L’Italia ha da tempo chiesto più volte di cambiare le linee d’ingaggio dell’Operazione Sophia, prima lo aveva preteso Renzi, poi Gentiloni, infine con maggiore enrgia e durezza Salvini. Ma il risultato è stato in tutti e tre i casi zero via zero. I migranti salvati debbono essere sbarcati tutti in Italia. gli altri Paesi ovviamente sono stati d’acordo con questo assunto.

Alla scadenza naturale, il 31 marzo, ci saranno sei mesi di proroga per l’Operazione Sophia, ma senza l’impiego delle unità navali. Un’intesa al ribasso quella raggiunta dagli ambasciatori dei 28 paesi riuniti nel Comitato politico e di sicurezza Ue (Cops), che ha ricevuto l’ok delle capitali europee e diventa quindi operativa. Sembra il preludio alla fine della missione Eunavfor Med e si ferma, di fatto, l’attività di pattugliamento del Mediterraneo centrale condotta finora con quattro unità navali schierate davanti alla Libia. La riunione che si è svolta nei giorni scorsi non ha sostanzialmente trovato un accordo sullo sbarco anche in porti diversi da quelli italiani delle persone salvate in mare. Il tema sul quale Roma, e in particolare il ministro dell’Interno Matteo Salvini, ha insistito da mesi, cercando di ottenere una ripartizione tra tutti gli Stati, invano.

È dalla scorsa estate che i partner europei si confrontano sulla richiesta dell’Italia di cambiare le regole. Un punto su cui, anche durante gli ultimi giorni di negoziati, non è stato possibile raggiungere un compromesso. Quindi si è scelto di risolvere il problema alla radice: eliminando da quel tratto di mare le navi che finora hanno dato vita alla missione e che in molte occasioni hanno partecipato a operazioni di salvataggio di migranti in difficoltà. Un compito non contemplato nel suo mandato ma reso obbligatorio dalle convenzioni internazionali e dalla legge del mare. Rimarrà solo il pattugliamento aereo. «Sophia è una missione navale ed è chiaro che senza navi in mare non potrà adempiere pienamente ai suoi compiti. Ma gli Stati membri hanno deciso cosi», è stato il commento sconsolato della portavoce della Commissione europea Maja Kocijancic.

L’ennesimo fallimento delle politiche europee e della cooperazione e della solidarietà fra i Paesi della ue. Un altra ragione per pensare seriamente a come voteranno i cittadini europei il prossimo 26 di maggio, visti i risultati incredibilmente negativi sotto tutti i profili dell’attuale governance europea, con maggioranza decisamente di centrosinistra. E i populisti affilano le armi promettendo modifiche sostanziali.

 


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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