Pd smentisce proposta aumento indennità parlamentari. Nardella, piuttosto abbassiamola al livello dei sindaci

ROMA – Ha suscitato un vespaio di polemiche la proposta Zanda sugli stipendi dei parlamentari. Il neo tesoriere Pd, senatore ed excapogruppo a Palazzo Madama, é accusato di volere aumentare a 19 mila euro le indennità, dicono i cinquestelle, o di non rappresentare la posizione del partito, come afferma il collega dem Dario Parrini.
«Non c’è nessuna proposta Pd per un aumento -twitta il segretario Zingaretti-. C’è una proposta di legge presentata da Zanda, che ha tutta la mia stima, prima della nomina a tesoriere e addirittura prima delle primarie. Hanno costruito una fake». Luigi Zanda ha spiegato ieri che la proposta «prevede di parificare il trattamento economico dei parlamentari italiani a quello dei parlamentari europei, leggermente inferiore a quello che oggi senatori e deputati ricevono». Ma non basta a fermare le polemiche su un tema sensibile, i costi della politica, una bandiera del M5S. Ieri l’irridente falce e cashmere di Luigi Di Maio, oggi il capogruppo al Senato Stefano Patuanelli chiede a Zingaretti di far ritirare la proposta.
«E’ una cazzata, una proposta a titolo personale già smentita, ufficialmente, dal Pd», afferma netta con linguaggio fine Alessia Morani, deputata già renzianissima. «I cinquestelle per spostare l’attenzione dal loro stato di difficoltà, per nascondere le costanti umiliazioni inflitte dal loro alleato Salvini – dice il responsabile comunicazione Pd Marco Miccoli -, tentano con affanno di strumentalizzare non notizie, immettendo contenuti falsi e aizzando i loro troll».
Sul tema interviene anche il sindaco Nardella. «La proposta di aumento delle indennità ai parlamentari non mi pare proprio la priorità delpaese in questo momento. E’ una proposta che mi sorprende davvero. Piuttosto- aggiunge – si abbassino gli stipendi dei parlamentari al livello di quelli dei sindaci delle grandi città o capoluoghi di Regione, che tra l’altro hanno responsabilità personali e dirette ben più gravose»
