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Sea Eye: Ue e Germania offrono il loro intervento, ma intanto la nave entri in porto

BRUXELLES  – «Stiamo seguendo da vicino il caso” della nave Alan Kurdi con 64 migranti a bordo e abbiamo chiesto una cabina di regia di coordinamento fra gli stati membri». La Commissione europea sta iniziando a prendere contatti per sostenere e coordinare gli Stati membri che sono pronti a dare prova di solidarietà per le persone a bordo della nave. Così una portavoce della Commissione Ue. «Questo evento mostra quanto sia urgente avere soluzioni prevedibili sullo sbarco dei migranti», aggiunge.

Alla lettera del nostro Governo risponde anche la Germania. «Come fatto in passato, la Germania è disposta a dare il suo contributo nell’accoglienza, anche nel caso delle 64 persone della nave Alan Kurdi». Lo ha detto il portavoce del ministero dell’Interno tedesco rispondendo a domande in conferenza stampa sulla vicenda della nave della ong tedesca Sea Eye, e allo specifico richiamo italiano alla sicurezza nel Mediterraneo. Il portavoce ha tuttavia ribadito l’appello ad un impegno in questo senso anche dagli altri partner europei e alla necessità di attivare un meccanismo ad hoc. Sottolineata anche «la necessità che la nave entri al più presto in un porto sicuro».

Intanto sì è mantenuta per tutta la notte fuori dalle acque territoriali italiane, a poche miglia da Lampedusa, la Alan Kurdi, nave della ong tedesca Sea Eye che ha a bordo 64 migranti (tra i quali 12 donne e due bimbi), soccorsa
mercoledì scorso al largo della costa libica di Zuwarah. Finora, dunque, il comandante della nave ha rispettato l’ordine intimato dal Viminale a non entrare in acque italiane, negando così il porto sicuro richiesto.

«Siamo di fronte all’ennesima violazione del diritto da parte del Governo italiano, mentre decine di naufraghi, tra cui bambini piccolissimi, restano in balia delle onde rifiutati dall’Europa». Così Mediterranea saving humans commenta in un tweet il caso della nave Alan Kurdi, nave della ong tedesca Sea Eye.

Netto il giudizio di Salvini, che, nel corso della conferenza stampa conclusiva del G7 a Parigi, è tornato a puntare il dito contro la nave dell”Ong tedesca Sea Eye che «ha raccolto il suo carico di esseri umani a 25 miglia dalla costa libica e ne ha percorse 172 per avvicinarsi all’Italia, quindi mettendo a rischio la vita di decine di persone per un motivo evidentemente economico e politico». Salvini si è quindi mostrato soddisfatto per aver «messo nero su bianco dinanzi ai ministri del G7 il fatto che ci sono non tutte, ma alcune associazioni che sono complici,
nella pratica, di un business di esseri umani».

 

 

Italia, Malta, sea Eye


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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