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Il tribunale di Arezzo dove l'uomo è stato condannato

Arezzo: Banca Etruria, 2200 parti civili ammesse al processo

AREZZO – Va avanti il processo per il crac di Banca Etruria e nell’ultima udienza il tribunale di Arezzo ha ammesso in tutto circa 2200 parti civili, per la gran parte risparmiatori azzerati, obbligazionisti ed azionisti, ma anche il Comune di Arezzo.

A deciderlo è stato il tribunale, che di fatto ha ammesso quasi tutte le richieste, per le quali le difese degli imputati avevano invece chiesto l’esclusione. Tra queste anche quella della vedova di Luigino D’Angelo, il risparmiatore di Civitavecchia che si tolse la vita il 28 novembre 2015 dopo aver visto andare in fumo oltre 100mila euro. Ammesso, oltre al liquidatore della vecchia Banca Etruria Giuseppe Santoni, anche il comune di Arezzo, che inizialmente era stato escluso dal Gup in fase di udienza preliminare. Sono state infine escluse unicamente una piccola parte di istante private per irregolarità formali e le due associazioni di consumatori Federconsumatori ed Adusbef.

Il Tribunale incassa il plauso di un gruppo di parlamentari del M5S: «L’ammissione di circa 2.200 parti civili al processo per il crac di Banca Etruria è una notizia importante che costituisce un passaggio fondamentale per l’avvio del cammino verso la verità e soprattutto la giustizia nei confronti dei tantissimi risparmiatori italiani truffati nell’ambito della vicenda». I parlamentari toscani del M5S Laura Bottici, Gianluca Ferrara, Chiara Gagnarli, Francesco Berti, Gloria Vizzini, Luca Migliorino, Riccardo Ricciardi esprimono il loro plauso per la decisione presa ieri dal collegio del tribunale di Arezzo, presieduto dal giudice Gianni Fruganti, in merito alla drammatica vicenda di Banca Etruria. Osservando che si tratta di un numero ben più alto rispetto a quanto era stato stabilito in udienza preliminare.

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