Elemosiniere Papa: anche nella Chiesa qualche vescovo condanna il gesto. Si deve agire nel rispetto delle leggi

ROMA – «Il nostro compito dell’evangelizzazione deve essere fatto nel rigoroso rispetto delle autonomie e delle realtà terrene, e delle leggi proprie di ogni singolo settore della realtà. Non è possibile evangelizzare senza accettare l’obbedienza alla realtà così com’è, che non dipende da noi ma che ci ritroviamo attraverso la storia. Cercare di imporre una visione astratta, artificiosa e ideologica costituisce un gravissimo errore. E se lo fanno uomini di Chiesa diventa un tradimento alla nostra missione. In più, moltiplicare certi gesti eclatanti non serve».
Così monsignor Luigi Negri, arcivescovo emerito di Ferrara-Comacchio, in un”intervista alla Stampa in merito al gesto dell’elemosiniere del Papa Konrad Krajewski. «Noi non possiamo avere come unico problema, e neanche come
argomento determinante, quello dei migranti. Dobbiamo pensare a tutti gli uomini, a ogni situazione. Siamo chiamati a essere solidali con ogni persona che viene al mondo, a cui abbiamo il dovere di proporre Cristo. Non si
deve smarrire l’identità della nostra fede, che non è un affannoso rincorrere i problemi del mondo cercando di rimuoverli ansiosamente”.
Per il monsignore «la Chiesa deve impegnarsi a far nascere e crescere una generazione cosciente della sua identità, che può diffondere in tutto il pianeta la cultura della libertà: dell’uomo, dei popoli e delle nazioni. Così – conclude – presto o tardi si vedrà come tutto ciò inciderà in bene per l”umanità».
