Mediterranea: l’Alto Commissario Onu condanna le direttive di Salvini

LAMPEDUSA – L’alleanza fra sinistre, Ong, navi per migranti e magistratura contro la politica del Governo prospera sempre più in Sicilia. Oggi, mentre Sea Watch 3 ha infranto gli ordini della Guardia di Finanza per presunte ragioni umanitarie, La nave Mare Jonio, della Ong Mediterranea Saving Human, nemica giurata del ministro Salvini, ha lasciato Lampedusa per raggiungere il porto di Licata dove farà rifornimento e cambio equipaggio. La nave, secondo quanto scrive la stessa Ong su Twitter, è stata autorizzata a salpare dalla procura di Agrigento che nei giorni scorsi ha
aperto un fascicolo in relazione allo sbarco di 30 migranti lo scorso 10 maggio, iscrivendo nel registro degli indagati il capomissione Beppe Caccia e il comandante della nave con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Ma, considerati i precedenti, si tratta solo di fumo negli occhi.
All’uscita del porto, dice ancora Mediterranea, c’è stato l’incrocio con la Sea Watch 3 e il saluto tra i due equipaggi. Mediterranea poi attacca ancora a testa bassa Salvini e afferma: «Abbiamo appreso che con una lettera inviata al governo Italiano da parte dell’Alto Commissariato dell’Onu per i diritti umani si condannano le direttive alle forze di polizia e alla Difesa del ministro dell’Interno Matteo Salvini per vigilare contro l’attività della nave Mare Jonio». Sui propri profili social Mediterranea Saving Human sostiene che la condanna è legata al fatto che i provvedimenti «rappresentano un altro tentativo politico di criminalizzare le operazioni di ricerca e salvataggio svolte in tutti questi anni dalle organizzazioni della società civile nel Mediterraneo oltre a intensificare ulteriormente il clima di ostilità e xenofobia nei confronti dei migranti».
«Il governo italiano, insomma – conclude Mediterranea – sta violando i diritti umani, dicono le Nazioni Unite. Ora c’è un’unica strada percorribile per confermare le ragioni del diritto e dell’umanità: revocare le direttive del Viminale, rispettare le convenzioni internazionali. La solidarietà non può essere un reato».
