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Pd: Zingaretti studia nuove intese. Per Renzi queste europee sono state solo «un buon pareggio»

Matteo Renzi

ROMA – Matteo Renzi, ex premier del 41%  alle europee di cinque anni fa, rompe gli indugi e fa la sua valutazione del risultato elettorale: «Per il Pd un buon pareggio alle europee». E ancora: «Io presi il 41%, molto più del 34% di Salvini. Il Pd? E’ un partito al 22,70% e con 120 mila voti in meno purtroppo, ma anche il 4% in più delle politiche. Evitiamo toni trionfalistici, ma è un buon passo avanti. La tattica del popcorn paga. Ora avanti senza polemiche per i ballottaggi nei comuni, dove invece il Pd ha visto quale bella vittoria, come per esempio a Firenze. Non è merito del gruppo dirigente, né mio o vostro, ma dei magnifici sindaci che si sono spaccati la schiena e hanno dimostrato come si sta in mezzo alla gente».

Giovedì 30 maggio, Nicola Zingaretti riunirà la direzione sui risultati: «Il Pd è vivo, bisogna allargare l’alleanza. Prima eravamo terzi, marginali e moribondi, oggi siamo il pilastro di un’alleanza che rappresenta l’alternativa. È una partita lunga, ma si è riaperta». E Zingaretti comincia a cercare nuove alleanze «per far partire una nuova fase di sviluppo coniugandolo con l’equità e la giustizia sociale. Salvini si è radicato puntando tutto sulla domanda di giustizia. Il Pd deve offrire una ricetta diversa basata sullo stesso bisogno». Romano Prodi, fondatore del Pd, che ha vinto due volte le elezioni, sintetizza: «Zingaretti ha messo le condizioni necessarie per ripartire, ora deve mettere quelle sufficienti per vincere. Perché accada è necessario lavorare a un progetto concreto per l’Italia».



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