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Taglio vitalizi ex parlamentari: Cassazione boccia ricorsi, esulta Di Maio. Ma Armaroli confida nella decisione della Consulta

ROMA – «Vi ricordate il taglio dei vitalizi degli ex parlamentari che abbiamo fatto nei mesi scorsi? Qualcuno ha fatto ricorso per conservare il privilegio che percepiva ingiustamente da anni. Ma oggi è arrivata una bellissima notizia: la Cassazione ha bocciato il ricorso! Perché sui vitalizi e sulle indennità parlamentari decidono solo gli organi dell’autodichia, a garanzia dell’autonomia del Parlamento. E gli Uffici di Presidenza delle Camere, anche grazie ai nostri portavoce, hanno deciso di tagliare questi privilegi assolutamente iniqui. Con l’eliminazione dei vitalizi sapete quanto andremo a risparmiare? Circa 280 milioni, tra Camera e Senato, a legislatura. Soldi che invece di finire nelle tasche di pochi privilegiati potranno essere usati a favore degli italiani». Lo scrive Luigi Di Maio su Fb.

Il contenuto della pronubcia della Cassazione lo spiega la vicepresidente della Camera dei deputati Maria Edera Spadoni (M5S): «È stato dichiarato inammissibile -spiega- il ricorso presentato da un ex parlamentare, il quale aveva già impugnato davanti al Consiglio di Giurisdizione della Camera la delibera del luglio scorso dell’ufficio di presidenza di Montecitorio, per effetto della quale ilsuo vitalizio era stato decurtato del 44,41%!. Con un’ordinanza depositata oggi -continua- la Suprema Corte ha bocciato il ricorso sottolineando che è da escludere che in questa sede vi sia spazio per l’esame di una qualsiasi censura riguardante la misura e l’attribuzione degli assegni vitalizi degli ex parlamentari».

ARMAROLI – Ma gli ex parlamentari replicano subito all’esultanza dei grillini. Paolo Armaroli confida nei giudici della Corte Costituzionale. Già parlamentare di An, docente di diritto pubblico, vede nell’ordinanza della Cassazione che nega l’ammissibilità del suo ricorso sul taglio ai vitalizi degli ex parlamentari, un bicchiere mezzo pieno. E il motivo all’Adnkronos è presto detto: «E’ vero -afferma il giurista- che viene ribadito il principio dell’autodichia delle
Camere, in base al quale Camera e Senato sono giudici legittimati in materia ma se sono giudici, e non un plotone di esecuzione al quale farebbero pensare le parole del vice premier Luigi Di Maio che in tv aveva detto ‘rassegnatevi’ ai titolari di vitalizi, allora qualsiasi ricorrente potrà adire la Corte Costituzionale in via incidentale».

All’osservazione che la normativa si basa su documenti degli uffici di presidenza interni delle Camere, e non su una legge, Armaroli non si scompone: «Infatti: si tratterà di individuare, grazie a bravi avvocati che sono già al lavoro, la norma interposta su cui si basano le regole dei vitalizi. Insomma, se ci sono giudici a Montecitorio e al Senato, ben ci saranno -conclude- dei giudici alla Corte Costituzionale».


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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