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Betori: nei confronti dell’immigrazione non bastano l’accoglienza e la protezione, ma occorrono promozione e integrazione

FIRENZE – San Lorenzo è modello di cura dei poveri e fedeltà a Cristo. Lo ha sottolineato il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, nella Messa celebrata questa mattina nella basilica di San Lorenzo, in occasione della festa del santo che insieme a San Giovanni Battista è copatrono della città.

Betori ha parlato della necessità di rispettare “la dignità della persona umana, che – non ci stancheremo mai di ribadire – va riconosciuta in ogni istante dell’esistenza, dal concepimento alla morte naturale, includendo ovviamente anche le situazioni di pericolo in cui guerre, fame, ingiustizie gettano tanti uomini e donne nel mondo e li spingono verso pericolose migrazioni. Proprio perché noi non introduciamo criteri arbitrari di distinzione, per fedeltà al Vangelo non possiamo tacere sia di fronte agli scenari preoccupanti che si affacciano sulla legislazione relativa al fine vita sia a riguardo dei contesti altrettanto preoccupanti che scaturiscono da decisioni legislative che ostacolano il dovere del soccorso in mare”.

Ogni riflessione sulla solidarietà umana – ha proseguito Betori – deve ripartire da questa visione comunionale, che per i credenti ha fondamento nel legame con Cristo, per tutti trova il suo ancoraggio nel riconoscerci figli di un unico Padre. Fuori da questo fondamento la solidarietà rischia di ridursi a progettualità puramente sociale, non esente da derive ideologiche e da interessi personali. Ripartire da una cultura della persona, del vincolo sociale e del bene comune è la sola strada praticabile per recuperare non solo coraggio e chiarezza sul fronte della solidarietà ma anche la possibilità di uscire dalle secche asfittiche di una politica che perde ogni giorno di più le sue ragioni”.

“Le ricchezze – ha aggiunto ancora l’Arcivescovo – non sono i beni che possediamo ma i fratelli che incontriamo, perché ciò che arricchisce non sono le cose ma l’incontro. Per questo Papa Francesco non si stanca di ripeterci che nei confronti delle migrazioni non basta l’accoglienza e la protezione, ma anche la promozione e l’integrazione. E occorre riconoscere che se tanta tensione sociale oggi avvolge il fenomeno migratorio nel nostro Paese è perché poco si è fatto in passato e ancor meno si continua a fare per promuovere e integrare. Su questo fronte, a tutti i livelli – mondiale, europeo e nazionale –, manca la consapevolezza che il fenomeno migratorio non è un’emergenza bensì un fattore strutturale del cambiamento d’epoca che stiamo vivendo, qualcosa quindi che richiederebbe un progetto che coinvolga tutti, terre di partenza e di arrivo, paesi poveri e ricchi. Ogni soluzione di puro contenimento è incapace di rispondere al fenomeno ed è essa stessa causa di ulteriori disagi, turbamenti e conflitti”.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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