Migranti: anche Ocean Viking adotta la tattica Open Arms, sbarco immediato dei 356 naufraghi in Italia

ROMA – Profittando delle difficoltà di salvini, della benevolenza della magistratura agrigentina, dei nuovi propositi del possibile governo giallorosso anche la nave Ocean Viking alza la vose, adottando la tattica che è cposì ben riuscita a Open Arms.
Dopo 12 giorni di stallo in condizioni sempre più difficili per i naufraghi a bordo della Ocean Viking, Medici Senza Frontiere ribadisce con urgenza la richiesta di un porto sicuro per le 356 persone, di cui 103 sono bambini o minori sotto i 18anni, in maggior parte non accompagnati, salvate nel Mediterraneo. «Il clima a bordo è sempre più teso. Uomini, donne e bambini continuano a vivere in uno spazio ristretto», dichiara Luca Pigozzi, medico di Msf a bordo della Ocean Viking. ‘Perché non ci stiamo muovendo?’, ‘Torneremo in Libia?’, sono tra le principali domande che i sopravvissuti rivolgono agli operatori di Msf e Sos Mediterranee, che gestiscono la nave in collaborazione. La maggioranza dei sopravvissuti racconta di aver subito detenzione arbitraria, estorsioni e violenze in Libia e mostra i segni delle torture. Ci sono anche le vittime del conflitto armato in Libia, feriti di guerra che vengono curati nella clinica a bordo.
«Nel mezzo del Mediterraneo, con i giorni che passano quasi tutti uguali, le persone stanno perdendo la cognizione del tempo, faticano perfino ad identificare gli orari per mangiare o per pregare – spiega Pigozzi – È difficile per loro capire ciò che sta accadendo, proviamo a spiegarlo con l’aiuto del nostro mediatore interculturale. La sera riuscire a trovare un posto sul ponte dove tutti possano dormire non è facile. Sono più di 10 giorni che 356 persone sono bloccate in mare. Questo è vergognoso oltre che disumano – denuncia il medico – Chiediamo al più presto un porto sicuro perché queste persone possano toccare terra e finalmente trovare una condizione di sicurezza e umanità».
Sicuramente troveranno ascolto da magistratura, sinistra, M5S, in particolare dalla ministra Trenta alla quale non pare il vero di vendicarsi di Salvini.
