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Uragano Dorian: almeno 30 morti alle Bahamas, ma si teme la strage

NASSAU(BAHAMAS) – Bilancio catastrofico. Sale a 30 il numero di morti causati dall’uragano Dorian alle Bahamas, e i dispersi sarebbero migliaia. Si teme una strage: «Il bilancio finale delle vittime alle Bahamas – ha detto ieri il ministro della Sanità del Paese, Duane Sandsprovocate – sarà sconcertante». Le autorità hanno inviato 200 sacchi per cadaveri nelle isole Abaco, le più colpite dell’arcipelago. La Croce Rossa Internazionale teme che il 45% delle case sulle isole di Grand Bahama e Abacos – vale a dire circa 13.000 immobili – siano state gravemente danneggiate o distrutte dall’uragano. Tantissimi residenti stanno usando i social per cercare di rintracciare amici e familiari e un sito: in particolare il DorianPeopleSearch.com elenca i nomi di oltre 5.500 individui di cui non si hanno notizie da giorni.

Alle Bahamas ci sono 70 mila persone che hanno bisogno di assistenza, colpite da una enorme devastazione, ha detto il capo degli affari umanitari dell’Onu, Mark Lowcock, parlando con i giornalisti in collegamento telefonico da Nassau, dove ha appena incontrato il primo ministro Hubert Minnis. “I primi passi che le Nazioni Unite affronteranno sarà fornire assistenza salvavita urgente, cibo, acqua potabile, medicine e rifugi”, ha precisato.

Coinvolte quasi un milione di persone, con scuole e uffici pubblici chiusi. Decisive saranno le prossime 36 ore, spiegano al National Hurricane Center, mentre a far montare la preoccupazione è anche l’allarme sui possibili tornado che potrebbero formarsi in diverse aree come effetto dei venti e delle correnti. Intanto alle Bahamas si piangono già sette vittime. Ma man mano che le acque si ritirano si comincia a temere il peggio, sia in termini di vittime che di danni. Le immagini riprese dall’alto sono impressionanti e consegnano un panorama spettrale, che le autorità dell’arcipelago hanno definito “catastrofico”. Nelle Abaco Islands e a Grand Bahama, le isole più colpite, oltre il 60% delle abitazioni è andato distrutto o ha subito danni strutturali gravi. Il 60% di Grand Bahama è ancora sotto l’acqua ed è una corsa contro il tempo per salvare il salvabile. E’ ancora presto per fare i calcoli, ma appare chiaro come l’industria del turismo, prima voce dell’economia delle Bahamas, subirà un colpo durissimo dal quale non sarà facile riprendersi. Centinaia di poliziotti e militari sono al lavoro e da Miami, dove si respira ormai un’aria di scampato pericolo, il sindaco Francis Suarez ha inviato nell’arcipelago aiuti in termini di soccorsi e di beni di prima necessità: generatori di corrente elettrica, cibo, acqua, medicine. E aiuti sono in arrivo da tutti gli Stati Uniti e anche dall’estero.

L’uragano Dorian è stato ora declassato a tempesta di categoria 1, con venti fino a una velocità massima di 144 chilometri orari: lo rende noto il Centro nazionale americano per gli uragani Tantissimi residenti stanno usando i social per cercare di rintracciare amici e familiari e un sito, DorianPeopleSearch.com, elenca i nomi di oltre 5.500 individui scomparsi. Le autorità temono che sia drammaticamente più alto. Intanto sulle isole sono arrivate le squadre di soccorso della Guardia costiera Usa e della Royal Navy britannica.

In South Carolina, circa 220 mila tra case e attivita’ sono rimaste senza elettricita’. Tra le citta’ interessate dal blackout la storica Charleston, Berkeley e Dorchester. Il numero dei clienti rimasti al buio sale a 267 mila con la vicina North Carolina. L’uragano Dorian è stato declassato a tempesta di categoria 1, con venti fino a una velocità massima di 144 chilometri orari: lo rende noto il Centro nazionale americano per gli uragani. L’incubo maggiore è quello delle alluvioni che, secondo le previsioni degli esperti, potrebbero raggiungere livelli record sommergendo intere regioni. L’occhio del ciclone continua a viaggiare a meno di 200 chilometri dalla terraferma, già sferzata da fortissime raffiche di vento, oltre i 100 chilometri orari, e da pesantissime piogge. Nelle ultime ore l’attenzione si è spostata soprattutto su Georgia, South Carolina e North Carolina, gli stati ora più minacciati. Qui intere contee e città come Charleston e Savannah sono state completamente evacuate.

 

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Gilda Giusti

Redazione Firenze Post

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