Conte alla Cgil: Quota 100 è temporanea, non risolve il problema delle pensioni. Alleggeriremo il cuneo fiscale

LECCE – Quota 100 è una misura temporanea. E’ stata introdotta perché c’era un vulnus, una ferita da sanare, sarà riproposta e mantenuta ma non è la panacea del sistema pensionistico”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, intervenendo a Lecce alla VI edizione delle ‘Giornate del Lavoro’ organizzata dalla Cgil. Intendiamo riproporre opzione donna. Oggi il problema vero sono i giovani, bisogna pensare a loro, ai figli e ai nipoti che rischiano di non maturare un adeguato sistema pensionistico. Ecco perché ho parlato di integrare il fondo previdenziale integrativo e occorre lavorare ad una perequazione pensionistica curando chi si trova in una posizione svantaggiosa”. E aggiunge: «Dobbiamo alleggerire la pressione fiscale. Non abbiamo molte risorse, però già quest’anno stiamo lavorando per fare un segnale significativo sul cuneo fiscale dal quale si possono reperire risorse a favore dei lavoratori».
Replica il segretario Generale della Cgil maurizio Landini: “Quota 100 non ha risolto il problema della riforma delle pensioni che per noi si risolve eliminando la riforma Fornero. Il tema resta quindi aperto e va discusso”. E il leader Cgil Maurizio Landini a rinnovare al premier Giuseppe Conte l’invito a riaprire il dossier pensioni compresi i capitoli sulla donne, i giovani e i lavori usuranti. “Condividiamo la scelta per la proroga di opzione donna ma è un intervento comunque penalizzante. Invece serve riconoscere 1 anno di contributi per figlio alle donne e le pensioni di garanzia ai giovani”, prosegue rilanciando anche la richiesta di proseguire i tavoli a suo tempo assicurati dal governo Gentiloni sulla separazione tra previdenza e assistenza e sui lavori usuranti.
E aggiunge una frecciata sul cuneo fiscale promesso da Conte: «Siamo favorevoli al taglio del cuneo fiscale perché noi rappresentiamo chi le tasse le paga facendo il proprio dovere di cittadini. Ma siamo anche favorevoli a che si torni ad un criterio di progressività per il quale chi più prende, chi più possiede deve pagare di più. Dite che non si può fare tutto subito ma siccome avete usato le parole ‘svolta’ e ‘cambiamento’ vorrei dirvi che la gente capisce la svolta se vede aumentare il salario in busta paga», spiega ironicamente accolto dalle risate e dagli applausi della sala.
