Quota 100 è un flop: poco efficace e non serve al ricambio generazionale

Dal sito pensionipertutti.it traiamo il parere dell’economista Giuliano Cazzola in merito alla misura di quota 100, per la cui efficacia restano ancora molti dubbi. In un approfondimento sul sito ilsussidiario Cazzola spiega i problemi di quota 100 ed in generale della Riforma delle Pensioni e afferma che i due provvedimenti bandiera del passato Governo Giallo-verde (quota 100 e reddito di cittadinanza) hanno fallito i loro obiettivi (creare occupazione tramite l’effetto sostituzione anziani/giovani e debellare la povertà), ma non sono riusciti nemmeno a interessare più di tanto le platee a cui erano rivolti.

I maggiori beneficiari delle misure pensionistiche giallo-verdi sono stati i lavoratori maschi residenti al Nord. I ministri del governo giallorosso, sia la titolare del Lavoro Nunzia Catalfo, sia il superministro del Mef Roberto Gualtieri hanno dichiarato che le misure andranno a scadenza, anche perché nei prossimi anni vi sono previsioni di ulteriori assottigliamenti delle richieste.

Per Cazzola però il problema resta, visto che la Ragioneria di Stato ha tirato le somme e ne risulta che «nell’insieme, le misure potrebbero costare 63 miliardi in totale tra il 2019 e il 2036. E lo scostamento nell’arco temporale 2019-2021 rispetto al livello di spesa precedente sarebbe pari a 0,50 punti di Pil ovvero 8,8 miliardi di euro all’anno». Quindi oltremodo costosa.

Ma Quota 100 è stata un flop anche in tema d’occupazione, non ha creato quei posti di lavoro sperati. Secondo stime della Fondazione Studi dei consulenti del lavoro, solo il 37% dei pensionati per quota 100 (e dintorni) sono sostituiti da under trentenni. «Quasi due prepensionamenti su tre hanno interessato aziende del nord Italia (36,6% nord-est e 26,5% nord-ovest), ai quali si aggiunge un 20,6% di prepensionamenti nelle regioni del centro Italia», osserva Cazzola, sottintendendo che la misura non è andata certo a vantaggio del Sud.