Morto l’architetto Campos Venuti: fu contro la variante Fiat-Fondiaria di Firenze, bloccata da Achille Occhetto

FIRENZE – E’ morto l’architetto e urbanista romano Giuseppe Campos Venuti. Aveva 93 anni. A Bologna lasciò una profonda impronta: fu infatti il protagonista della svolta urbanistica del Capoluogo emiliano-romagnolo negli anni Sessanta. Ma il suo nome è legato profondamente anche alla vicenda urbanistica di Firenze: nel 1989 consigliò all’allora segretario del Pci, Achille Occhetto, di bloccare la variante Fiat-Fondiaria a Novoli e a Castello. La storia urbanistica di Firenze cambiò in una notte. Occhetto chiamò Paolo Cantelli, segretario della federazione di Firenze, e Michele Ventura, vicesindaco Pci della giunta guidata da Massimo Bogianckino (Psi) e ordinò di annullare il grande progetto. Ricordo la notizia, arrivata a La Nazione appunto di notte, portata dal collega Marcello Mancini. Allora ero vicecapocronista: buttammo via le pagine già pronte in tipografia per la ribattuta clamorosa, capace di modificare anche gli assetti politici fiorentini. I vertici del Pci obbedirono a Occhetto, ma si dimisero perchè proprio sullo sviluppo a nord ovest, a Novoli e Castello, avevano fondato il loro programma politico-amministrativo.
Quella vicenda, capace di incidere profondamente, e anche di ritardare lo sviluppo di Firenze, Campos Venuti la ricordava così: «Certo che ricordo la telefonata di Occhetto. Soprattutto quella che fece a me prima di chiamare i dirigenti del partito, a Firenze. Occhetto mi chiamò in piena notte: voleva sapere che cosa pensavo della variante urbanistica per l’ area Fiat e Fondiaria a cui stavamo lavorando. Parlammo a lungo, gli spiegai tutto nei dettagli. E alla fine lui mi chiese: ma insomma, quel piano lo firmi o no? Io dissi no, Achille, così com’è non lo firmo di sicuro. Allora lui disse, bene, penso anch’ io che non vada bene, domani chiamo i fiorentini e glielo dico». Anche quella fu una telefonata lunga. E addirittura esplosiva.
Campos Venuti, ex partigiano, intellettuale del Pci, incaricato insieme a Giovanni Astengo della revisione del piano regolatore, aveva contestato la variante di 4 milioni di metri cubi per l’ area Fondiaria a Castello e Fiat a Novoli, messa in campo dal pentapartito ma poi, come detto, diventata fiore all’ occhiello della giunta di centro sinistra guidata da Massimo Bogianckino. A distanza di molti anni dall’intervento occhettiano a Firenze, Campos Venuti non si è mai pentito di quella sua consulenza al segretario nazionale del Pci, che poi, nella notte fra il 26 e il 27 giugno 1989, vigilia dell’ approvazione in consiglio comunale, impose lo stop alla variante, con conseguenti dimissioni dei vertici locali del partito, a cominciare da quelle del segretario provinciale Paolo Cantelli. Naturalmente non prese bene lo stop Michele Ventura, vicesindaco della giunta Bogianckino. E non finì bene per lo stesso Pci, che si stava trasformando in Pds: che alle elezioni comunali del 1990 dovette lasciare la guida di Palazzo Vecchio a Giorgio Morales, socialista, a capo di una giunta pentapartito. E ci vollero anni prima di poter riprendere i fili di quel progettone che comprendeva anche la costruzione, a Novoli, del palazzo di giustizia e del nuovo polo univ ersitario, attraverso lo spostamento dello stabilimento Fiat a Campi Bisenzio. Ho ben impressa in mente una nottata, in Regione Toscana, a fine 1995, con l’allora presidente della giunta, Vannino Chiti, il sindaco di Firenze Giorgio Morales e Cesare Romiti, a quel tempo braccio destro di Giovanni Agnelli in Fiat. La variante di Novoli venne recuperata dopo otto ore di riunione notturna. L’area di Castello rimase sospesa. Poi sarebbe stata oggetto di vari interventi della magistratura. Diventando, però, un’altra storia.
