Trieste, agenti uccisi: indagato non risponde agli inquirenti. Lutto cittadino

TRIESTE – Si è svegliata ancora sbigottita, Trieste. Oggi, 5 ottobre, è il giorno del lutto cittadino. Candele accese e bigliettini davanti alla Questura, dove ieri due poliziotti sono stati uccisi da un uomo che ha aperto il fuoco dopo aver sottratto loro le pistole d’ordinanza. L’indagato, Alejandro Augusto Stephan Meran, si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande degli inquirenti. Ieri in tarda serata il magistrato di turno e il Procuratore, dopo che il primo in Questura aveva sentito il fratello Carlysle, hanno raggiunto l’indagato all’ospedale Cattinara per interrogarlo. Ma l’indagato non ha parlato, avvalendosi appunto della facoltà di non rispondere. I magistrati lo hanno dichiarato in stato di fermo.
Sono state sequestrate le fondine e le pistole dei due agenti di polizia uccisi e sono state acquisite anche tutte le immagini delle
telecamere presenti all’interno della questura che potrebbero riuscire a far luce, in particolare, sulla prima fase dell’aggressione quando
il 29enne di origine domenicana è riuscito a impossessarsi della pistola di Rotta e ha uccidere i due uomini in divisa. Anche i filmati delle telecamere esterne, dove il fermato è stato bloccato dopo aver sparato altri colpi di pistola, sono state acquisite e analizzate.
I palazzi delle istituzioni saranno listati a lutto. Ieri sera vertice con il ministro dell’Interno Lamorgese, il capo della Polizia Gabrielli, il prefetto Valenti, il sindaco, il presidente della Regione e il procuratore capo. L’uomo che ha sparato, Alejandro Augusto Stephan Meran, dominicano di 29 anni, di origini dominicane, si è avvalso della facoltà di non rispondere agli inquirenti. Ieri all’Altare della Patria commuovente omaggio delle volanti a sirene spiegate.
